Siamo arrivati al Mavarta per vedere l’autoscultura in mostra: un’automobili grande come un tavolo che è stata costruita all’Asilo Gianni Rodari lo scorso anno da alcuni di voi che quest’anno sono in prima elementare. Mi dite perché è stata messa in una stanza vuota?

«Perché si può rompere. E’ fragile. E’ fatta anche di cartone». «Perché la stanza era vuota e allora bisognava metterci qualcosa in mezzo». «Perché così non si bagna». «Secondo me perché è bella e così la possono vedere anche gli altri che passano di qui». «Perché lei non è una macchina vera, ma finta. Allora non può andare sulla strada». «Io mi ricordo che all’asilo, prima di costruirla, abbiamo fatto il disegno per fare il progetto». «Ha anche l’elica per andare nel mare». «Poi può andare anche nell’aria». «Sì, ma con la fantasia!».
Mi dite e mi toccate i materiali con cui è stata costruita?

«Questo è cartone». «Con del gesso bagnato». «Plastica». «Carta». «Dopo l’abbiamo pitturata con la vernice». «Le ruote sono di gomma, ma non di una macchina vera, di due biciclette perché per fare una macchina ci vogliono quattro ruote, non due». «Mio papà ha una 500. Forse il numero è l’anno che l’hanno creata». «Noi dopo abbiamo fatto anche i travestimenti e le foto per la pubblicità, ma questa auto però non si può comprare, è solo da vedere e da toccare, è come un gioco, ma un giocattolo grandissimo». «Quello sopra si chiama tettuccio ed è di plastica trasparente». «Poi c’è il motore fatto con i tubi». «La gomma delle ruote è bianca». «Ci vuole anche la cintura, per andare in auto».

Mi dite le parti dell’auto come si chiamano, se lo sapete? Me lo dite e le indicate.

«Le portiere dove si entra». «Il motore è qui». «Il parafango, sono due». «Il tettuccio». «Il dietro e il davanti». «Questo vetro si chiama parabrezze, ma nell’auto di mio padre ci sono sopra delle cose che si muovono per pulire la pioggia». «Questa è la marca». «Questo è il volante». «La poltrona si chiama sedile?». «I pedali si chiamano pedali come piede, perché li spingi col piede».

Qui vicino all’autoscultura c’è un cartellone e un libro. Sapete perché? Cosa c’è scritto? «Per fare le foto all’auto».
Ma perché hanno fatto delle foto se si può vedere dal vivo? Se l’auto è già qui?

«Perché avevano voglia di farle delle foto, perché era bella». «Ci sono anche delle parole, per la spiegazione». «Ci sono le foto di quando l’abbiamo costruita». «Ci sono anche i nostri disegni del progetto». «Perché bisogna raccontare quello che abbiamo fatto».

Vi leggo alcune frasi dei bambini che ci sono scritte… Che poi sono le frasi che avete detto lo scorso anno all’asilo mentre la costruivate…

«Con la macchina puoi guidare, devi avere le chiavi perché non ha pedali». «Il motore se non ha la benzina va con le eliche che vanno con l’olio». «Il tubo dietro è il turbo». «E’ la marmitta». «La macchina ha il davanti, il dietro, il fianco e il sopra». «Le macchine servono per andare al lavoro, per fare la spesa e le gare. Quelle da gara sono molto basso e vanno più veloci». «Io vorrei fare dei cartelli per vendere la nostra auto perché non so come andare in televisione». «Se non vuoi vendere niente non lo fai». «A me piacerebbe andarci al mare anche se va mezza, non fortissimo». «Acquante cin l’elica gigante. E’ incredibile può andare sott’acqua!». «Io vorrei fare una macchina del mondo dove possono salire tutte le persone, metterei anche il Marocco, l’Italia».