Ieri siamo andato alla Fonderia di Reggio Emilia per assistere alla lezione aperta con alcuni ballerini e coreografi della compagnia di danza dell’Aterballetto. Mi sapete dire cosa è una lezione aperta e cosa vi è piaciuto di più?

«A me è piaciuto quando ballavano il passo a due il ragazzo e la ragazza». «Il passo a due è una danza che fanno in due». «A me è piaciuto Valerio, il coreografo, perché era simpatico». «Mi è piaciuta la ballerina». «La lezione aperta era come uno spettacolo, ma non proprio uno spettacolo. Perché un po’ loro ballavano e un po’ si fermavano per riposarsi e noi potevamo fare delle domande e loro ci rispondevano». «A me è piaciuto molto l’autografo che ci hanno fatto alla fine. Io ho quattro gli autografi». «Mi è piaciuto quando hanno fatto la danza dell’amore». «A me invece piaceva di più la danza della timidezza perchè erano bravissimi». «Anche se hanno fatto la danza dell’amore, loro due però non erano fidanzati e neppure innamorati. Perché loro, i ballerini, sono un po’ come gli attori che fanno finta. Però sembravano veramente innamorati perché erano bravissimi». «Poi loro non sono fidanzati, è vero, ma lui e lei hanno detto che sono sempre amici».

Mi dite delle cosa avete imparato che prima non sapevate? Cosa vi ha colpito di più?

«Io pensavo che i ballerini e le ballerine avevano sempre le scarpe con la punta, invece si può ballare anche scalzi perché loro erano scalzi». «Ho capito che se due non si guardano negli occhi, mentre fanno il balletto dell’amore, non sembra che si amano». «Mi è piaciuta la musica, anche la musica era bella». «A me è piaciuto il balletto della paura perché sembrava che lui picchiasse lei. E anche dopo, il contrario, quando quella forte sembrava lei che picchiava lui. Che poi erano il balletto dell’odio, insomma. Però a me ha fatto un po’ effetto vedere lei che picchiava e comandava lui. Però si picchiavano per finta». «Io ho visto che loro conoscevano molto bene il corpo degli altri ballerini e sapevano dove toccarlo per non fargli male e a anche come farlo per prenderlo in braccio o farlo andare in alto». «A me è piaciuto perché erano ballerini giovani». «Io pensavo che la danza era una specie di sport o una gara, perché a casa guarda sempre ballando sotto le stelle e lì ci sono sempre i voti e la gara. Invece mi ha colpito quando Valerio ha detto che la danza non è una gara ma è un’arte». «Ho imparato che per ballare bisogna ascoltare bene la musica». «Ho imparato che per ballare non bisogna avere vergogna anche se si hanno i piedi scalzi».

Tra le cose che hanno detto i ballerini e i coreografi quando abbiamo parlato insieme cosa vi ha colpito di più? Cosa vi ricordate?

«Io quando ha detto che per ballare devono allenarsi e studiare anche sei ore al giorno tutti i giorni». «A me ha colpito quando Valerio ha detto che il coreografo non è un maestro, ma inventa le coreografie insieme ai ballerini, non da solo». «Però i ballerini sono come degli allievi». «Loro però erano molto attenti. Appena lui diceva una cosa, loro la sapevano subito fare». «Mi è piaciuto moltissimo il ballo dell’amore perché poi ho imparato i gesti dell’amore». «Mi è piaciuto quando hanno ballato la conta di quella bambina che poi ha ballato insieme a loro sul palco». «Io pensavo che studiavano meno». «Io ho imparato che la coreografia è poi la danza». «Mi è piaciuto quando ha detto che per danzare bisogna stare in silenzio e concentrarsi». «Mi è piaciuto quando ha detto che per imparare ci vuole molto allenamento, come per leggere e per scrivere. E anche che è normale sbagliare dei passi, prima di averli imparati. Perché poi si studiano e si fanno le prove proprio per imparare a fare bene tutto».