Chi è una donna taiwanese che ora abita negli Stati Uniti dove si è sposata con un uomo americano, il matrimonio però non sembra passare un buon momento e l’improvvisa morte della nonna, con cui per tutta l’infanzia e l’adolescenza ha avuto un rapporto molto speciale ed intenso, la fa ritornare nell’isola natia dopo molti anni d’assenza.

Arriva da Taiwan uno dei lungometraggi d’animazione più riusciti visti in questo 2018, On Happiness Road si presenta come una riflessione, raccontata dal punto di vista della protagonista, sulle proprie scelte passate che la hanno portata a lasciare il proprio paese per cercare fortuna in America. In maniera quasi disillusa la ragazza, ora adulta, guarda quasi con malinconica distanza sè stessa giovane e piena di entusiasmo attraversare le varie fasi della vita, fra difficoltà economiche, amicizie e l’inevitabile invecchiamento dei genitori. Ma la grandezza del film e della sua regista Sung Hsin-Yin è quella di saper intrecciare la storia personale e se volgiamo abbastanza comune per quella generazione cresciuta nell’isola, con gli sconvolgimenti sociali e politici che fra gli anni settanta e la fine del millennio, questo il lasso temporale in cui più o meno si svolge l’azione, hanno completamente trasformato la società taiwanese. Nelle due ore del film sono racchiusi così quasi 30 anni di storia taiwanese, prima sotto il governo nazionalista del Kuomintang e successivamente il risveglio democratico con l’abrogazione della legge marziale nel 1987, fino al miracolo economico che ne conseguì. Raccontati naturalmente dagli occhi della giovane protagonista gli eventi macrostorici si mescolano a quelli personali anche grazie al tono leggero e quasi sognante dell’animazione. Ma i piani di lettura con cui può essere visto il lungometraggio sono molti, nelle vene della saggia nonna infatti scorre sangue di una delle tribu di aborigeni che abitavano l’isola prima dell’arrivo di olandesi e spagnoli, e per questo spesso l’anziana viene presa in giro e derisa per le sue credenze sciamaniche. Inoltre una delle amiche d’infanzia di Chi, è una ragazzina americana cresciuta sull’isola e Chi stessa al momento del suo ritorno a Taiwan, in quanto espatriata di ritorno si sente parte di Taiwan ma allo stesso tempo distante e non sembra trovare pace. Ma il film non è mai pesante o didattico, anzi, in molte sue parti è assai comico e divertente, come del resto è, o dovrebbe essere, la vita di una giovane ragazzina curiosa di scoprire il mondo, le sue gioie ed i suoi dolori.