Ha aperto la stagione autunnale Short Theatre (6-14 settembre), affollato festival che raccoglie una buona fetta di sperimentazioni sceniche provenienti da diverse aree europee. Tante collaborazioni con artisti indipendenti e strutture produttive formano un reticolato auspicante la «Visionedinsieme» scelta da Fabrizio Arcuri e Francesca Corona, codirettori della manifestazione. E tra queste si rinnova la presenza del Css di Udine con lo spettacolo di Angélica Liddell, autrice e regista catalana ospite dell’École de Maîtres, il corso europeo itinerante di perfezionamento teatrale, giunto alla 28ma edizione. Un lavoro estremo costruito intorno alla Storia della follia nell’età classica di Michel Foucault, questo il titolo dello spettacolo multilingue, nato con 15 allievi, dei quali si apprezza una straordinaria adesione alla poetica della maestra.

LI GUIDA – sacerdotessa di bianco vestita che sollecita il voyeurismo del pubblico gettandogli in pasto i loro corpi. Due ore di azioni «violente» per scarnificare l’animo, compiute a India, spazio del quale proprio oggi si festeggiano i venti anni dall’apertura, voluta dall’allora direttore del Teatro di Roma, Mario Martone. Short si è inaugurato nell’ex Gil di Trastevere – rinominato WeGil dalla Regione Lazio che ne gestisce la programmazione, per ora raccogliendo progetti random ed estemporanei – con un’occupazione degli algidi spazi razionalisti all’insegna dell’anti fascismo e contro il colonialismo, coordinate efficaci per radunare una moltitudine desiderosa di riconoscersi in una Storia ancora tutta da raccontare.

MA IL GROSSO della programmazione è tornato alla Pelanda dell’ex Mattatoio di Testaccio dove si sono alternate multiformi creazioni. Chroma key di Motus è una bella sorpresa, divertente e incantatoria con i trucchi svelati del vecchio cinema. In quella scena aperta, delimitata dal verde che tutto assorbe e annulla, Silvia Calderoli si muove con una precisione millimetrica, entrando nei fotogrammi di film spesso riconoscibili, diventa usurpatrice perfomatica di spazi e di situazioni, si blocca sorridente e poi precipita nella disperazione. Un piccolo capolavoro di ironia firmato da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò.
Con Scavi, spettacolo allestito nell’atrio di Carrozzerie Not, il duo Deflorian-Tagliarini ritrova la dimensione spaziale che gli è più consona e convincente, per rivisitare con Francesco Alberici il back stage di Deserto rosso di Antonioni, innestandolo di note autobiografiche.