Sulla ricreazione scalzi
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
Oggi parliamo un po’ della vostra nuova moda che avete inventato… quella di fare la ricreazione senza scarpe. A piedi scalzi. Solo con le calze. Mi dite chi la ha inventata e perché sembra piacervi tanto?
«Non lo so. Per caso, credo». «No, invece. L’abbiamo inventato… No, l’abbiamo fatto quando facevamo quel gioco dove bisognava togliersi le scarpe e mettersi sui cerchi colorati…. S’, quello che diceva la mano sinistra sul punto rosso, il piede sinistro sul bollino giallo, il naso appoggiato al blu…». «Ah, è vero! Quel gioco! E’ vero!». «La tombola dei colori!».«Ma no, quello era un altro gioco. Io parlo del gioco dove dovevi mettere quel telo a terra, quel tappeto con tutti i cerchi colorati che servono per fare il gioco, per sdraiarti sopra, per metterti nella posizione giusta». «Sì, perché lì bisognava togliere le scarpe per non sporcare il telo. Mi sembra che ce lo avevi detto tu, maestro, di togliere le scarpe. O ce lo avevi detto tu o ce lo aveva detto la maestra». «Allora la moda dei senza scarpe l’hanno inventata il maestro o la maestra, non siamo stati noi». «Be’, questo è stato all’inizio. Poi anche noi, certe volte…». «Dopo noi abbiamo chiesto se certe volte alla ricreazione possiamo toglierci le scarpe e rimanere solo con le scarpe e allora eccoci qui, adesso siamo senza scarpe e abbiamo inventato la nuova moda».
Non ho capito perché vi piace tanto. «E’ una cosa nuova. Diversa». «Perché prima non lo facevamo, adesso invece lo facciamo». «Perché è una cosa che facciamo tutti insieme». «Perché a me non puzzano i piedi, però!». «Mi piace… A me piace perché… Perché a me è sempre piaciuto stare senza scarpe, fin da piccola. I miei piedi sono più felici. Respirano di più». «Anche i miei sono più riposati». «Anche a me piace stare di più senza scarpe che con le scarpe, se posso. In casa mia, infatti, se non devo uscire, sto quasi sempre scalza o con le ciabatte». «Anche io e mia madre. Anche mio padre». «E’ più rilassante, maestro». «Anche per me si sta meglio senza scarpe invece che con le scarpe. Poi se hai delle belle calze e giri per la casa puoi anche pulire un po’ il pavimento della tua casa, con le tue scarpe. Prima di andare a letto però te le devi cambiare o a letto non devi tenerti le scarpe, anzi, le calze sporche… Altrimenti sporchi tutte le lenzuola, tutto il letto…» . «A me piace stare scalzo perché non pensavo che a scuola ci si poteva stare». «A me però piace più andare in cortile. Ma se non c’è il sole mi sta bene anche stare con le calze qui a scuola».
Anche a me piace molto stare senza scarpe, bambini. Lo confesso. Ogni volta, finchè non ho tolto le scarpe, non mi sembra di essere arrivato a casa. Quando invece me le sono tolte, mi sento subito già rilassato. Per questa è una cosa anche un po’ da piccoli…. Secondo me la facevate all’asilo…
«E’ vero. Noi ci toglievamo le scarpe anche all’asilo, certe volte». «Sì, ma questo non vuol mica dire che è una cosa da piccoli, Giuseppe. Perché se tu ci stai bene? Ci stai bene anche adesso che non sei piccolo, senza scarpe? Allora è una cosa da piccolo o da grande? Io non lo so». «Io dico di no. E’ una cosa per tutti». «Per me… Per me no, è da piccoli». «Però togliersi sempre le scarpe non è molto igienico». «A me piace moltissimo togilermele». «Anche a me». «A me piace tantissimo fare le scivolate…».
Allora, ragazzi, mettiamola così: per me, fare i giochi scalzi sul pavimento, tipo la lotta, è una roba un po’ da bambini piccoli, ma togliersi le scarpe, se volete farlo, io ve lo lascio fare. Però ci vogliono delle regole…
«Non si può correre nel corridoio perché puoi scivolare e cadere e farti male, con le calze e basta». «Certo! Non si può correre in aula e neppure nei corridoi». «Dentro la scuola non si può correre. E’ vietato. Si può correre solo fuori perché c’è più spazio e ci sono meno spigoli, fuori». «“Un’altra regola può essere che non si fa la lotta come i bambini piccoli, quando ci togliamo le scarpe. Sempre che tu, maestro, ci lasci ancora togliere le scarpe, alla ricreazione». «Sì. Almeno qualche volta, maestro. Non dico tutti i giorni, ma un po’ di giorni sì».
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