«Fuori i mostri dal quartiere», urla qualcuno dissimulando appena la piega xenofoba che vorrebbe dare aòla rabbia per l’uccisione di Desirée. Il quartiere romano di San Lorenzo forse per la prima volta nella sua storia non è un’anomalia. È Roma. Di più, è l’Italia coi suoi fantasmi e le sue paure. Racchiude il campo di tensioni che attraversa il paese. Sono le 19 quando la fiaccolata convocata in memoria della ragazza di Cisterna morta una settimana fa si muova dal cancello di via dei Lucani 22 per attraversare il quartiere.

NON CI SONO MOLTISSIME persone, il quartiere osserva in silenzio , di lato, i commercianti abbassando le saracinesche quando vedono comparire dietro l’angolo le candele. Niente più di una preghiera e qualche coro che richiede giustizia. Solo che ci sono gesti accennati, sguardi obliqui che insistono e commenti sottovoce che fanno capire che una rumorosa minoranza di abitanti animata da una sorta di rancore sottoproletario ha scelto di rompere con la robusta tradizione accogliente di questo territorio. Le altre facce del quartiere ci sono, si mordono la lingua per non polemizzare con certe pose giustizialiste. Hanno scelto di esserci nonostante le tensioni striscianti, mantengono un basso profilo, sperano che anche questa volta si ritrovi un equlibrio.

L’ARIA ERA PESANTE FIN dal mattino. In mattinata un gruppetto di persone se n’era andato in giro con piglio aggressivo, mettendo in scena una specie di ronda. Ancora una volta, non siamo davanti a numeri significativi: si parla di meno di dieci persone. Alcune di loro erano parte del piccolo gruppo che era stato visto al fianco di Matteo Salvini in occasione della sortita del ministro a San Lorenzo di mercoledì scorso. Ieri hanno vagato per le strade in croce che portano i nomi degli antichi popoli italici, poi si sono diretti davanti al centro sociale Communia dove hanno strappato qualcuno dei manifesti appesi dalle femministe di «Non una di meno» a ricordo di Desirée. Infine, hanno raccontato di aver chiamato la polizia in seguito alla presenza «sospetta» di un migrante dentro a un bar.

LA SQUADRA MOBILE di Roma e gli agenti del commissariato di San Lorenzo, intanto, hanno fermato tre persone, due senegalesi e un nigeriano per la morte di Desirée: sono accusati in concorso di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario. «Il provvedimento di fermo si basa su gravi indizi di reità», spiega il capo della squadra mobile Luigi Silipo. Il fermo deve ancora passare al vaglio del Gip. Uno dei fermati si trovava all’interno dell’ex fabbrica abbandonata in fondo alla via Tiburtina, occupazione spontanea e informale che si trova in cima alla lista degli sgomberi stilata mercoledì scorso al Comitato per l’ordine e la sicurezza al quale hanno preso parte Virginia Raggi e Matteo Salvini. I tre fermati avevano tutti precedenti di polizia per spaccio, il che ha spinto Salvini a non perdere l’occasione di invocare un giro di vite anche nella legislazione sulle droghe: «Capita che arresti uno spacciatore e dopo due ore te lo ritrovi di nuovo in strada», ha detto il ministero dell’interno prima di proporre la «castrazione» per gli stupratori e di rilanciare la priorità degli sgomberi.

 

[do action=”quote” autore=”Matteo Salvini”]«Capita che arresti uno spacciatore e dopo due ore te lo ritrovi di nuovo in strada», ha detto il ministero dell’interno proponendo la «castrazione» per gli stupratori»[/do]

 

DALLA QUESTURA DICONO che le indagini continuano. Si cerca un quarto uomo. Per adesso paiono combaciare con le prime voci raccolte nel quartiere. La prima è che il cantiere dismesso di via Lucani 22 era un luogo frequentato da molte persone di diverso tipo, non un covo di un gruppo specifico di criminali. Ecco perché gli inquirenti hanno raccolto senza tante difficoltà molte testimonianze sulla nottata di una settimana fa, tra il 18 e il 19 ottobre, in cui Desirée è morta. C’erano altre persone in quel posto. Del viavai di tossicodipendenti e sbandati che passava abitualmente attraverso quel cancello faceva parte anche la vittima. Pare che Desirée conoscesse bene il posto e che lo abbia frequentato anche in passato. L’ultima telefonata della ragazza risale proprio a due giorni prima del ritrovamento del suo cadavere. «Ho perso l’autobus, resto a Roma da un’amica», aveva detto alla nonna materna il 17 ottobre. Sarebbe stata drogata,violentata e poi lasciata morire.

QUESTA SERA, ALLE 18, la San Lorenzo solidale si ritrova in piazza dell’Immacolata per afferrare il bandolo della matassa e ricordare Desirée. «Lo faremo in maniera sobria ma in piazza, perché abbiamo bisogno di stare insieme per affrontare questo momento difficile e superare la paura», spiegano dal Cinema Palazzo Occupato.

Per domani pomeriggio, invece, l’estrema destra di Forza Nuova ha annunciato la sua minacciosa presenza nel quartiere, per una non meglio definita «passeggiata per la sicurezza». Gli antirazzisti non hanno intenzione di lasciare campo libero a quelli che considerano imprenditori dell’odio.