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Sulla festa della scuola

Sabato, anche se non ci sarebbe scuola, ci incontriamo tutti alle 17 al Parco Vernazze, qui a Calerno, per la festa della Scuola. Dove lunedì avviamo fatto una prova sul […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 16 luglio 2015

Sabato, anche se non ci sarebbe scuola, ci incontriamo tutti alle 17 al Parco Vernazze, qui a Calerno, per la festa della Scuola. Dove lunedì avviamo fatto una prova sul palco. Avete capito cosa faremo noi?

«Noi faremo la canzone e il balletto delle cozze». «Prima però facciamo le poesie dei sentimenti. Cioè, le recitiamo». «Io lo so dove è il parco Vernazze. Dove in estate fanno la festa dell’Unità». «Sono le poesie che abbiamo scritto noi. Quelle con le esclamazioni». «C’è la poesia della rabbia, della meraviglia, della bellezza, della paura, della… Non mi ricordo». «Ognuno di noi deve imparare a memoria un po’ delle frasi delle poesie e poi le deve recitare col microfono». «Mia mamma mi ha detto di scrivere la mia parte su un bigliettino e di tenere il bigliettino in tasca». «Perché?». «Perché se mi viene l’emozione, col microfono e tutta la gente che ci sarà, io posso prendere il bigliettino dalla tasca e leggo le mie frasi, se per caso con l’emozione me le sono dimenticate. Perché io le so benissimo a memoria, ma mia mamma mi ha detto che forse all’ultimo momento, con l’emozione, me le dimentico, allora non voglio fare una brutta figura». «Anche io voglio fare così». «Anche io». «Lo possiamo fare, Giuseppe?».

Sì. Va bene. Se così vi sentite più sicuri, fatelo pure. Ma provate ugualmente a imparare a memoria… Mi dite quale è la cosa che vi piace di più della nostra piccola esibizione?

«La canzone e il balletto delle cozze di Stefano Bordiglioni». «Io so tutta la canzone a memoria». «Lo sai, Giuseppe, che mio papà ha trovato la canzone di Stefano Bordiglioni anche sul computer?». «Anche mio papà, sull’I-phone. Me l’ha fatta sentire e così io l’ho imparata benissimo». «A me piace anche il balletto, quando dobbiamo scendere e muovere il sedere a onde». «A me piace perché è una canzone di mare». «A me piace anche quando alziamo le mani e facciamo tutti insieme la-la-la-la-la la-la-la-la-laaaaa». «Anche a me piace molto quando cantiamo forte insieme e alziamo le mani».

Vi avevo chiesto di portare qualcosa che ricorda il mare da indossare quando canteremo e balleremo quella canzone. Avete trovato qualcosa con i vostri genitori?

«Io gli occhiali da sole e il cappellino con la visiera». «Io, forse, gli occhiali per andare sott’acqua con quel tubicino per respirare». «Io gli occhiali». «Anche io gli occhiali da sole». «Io forse delle conchiglie. E anche il secchiello e la paletta». «Io mi metto una canottiera». «Il mcostume si può mettere?». «Manooo! Io costume non si può! Il maestro e la maestra ce lo avevano già detto!». «Io forse porto un telo da mare!». «Ma se lui porta le pinne come fa a camminare e a ballare?». «Gli occhialini rotondi da nuoto, quelli di plastica: io porto quelli!». «Ci si può mettere in canottiera?». «Sì». «Io mi metto la canottiera!». «Anche io, la canottiera e i pantaloncini corti!».

Questa è la prima festa di fine anno alle scuole elementari a cui partecipate. A parte quello che faremo noi, mi sapete dire cos’altro ci sarà alla festa?

«Alla festa ci saranno tutti. Perché è la festa di tutta la scuola. E’ la festa di tutte le classi e di tutti i bambini della scuola. Ognuno farà uno spettacolino». «Mia sorella fa una canzone e un balletto come noi. Anzi, due. Però non dicono le poesie, loro». «Mio papà farà la salsiccia». «Mio papà il cameriere». «Dopo la festa noi stiamo a mangiare al ristorante della festa». «Sai che viene anche mia nonna alla festa, Giuseppe?». «Mio papà porta il video e la macchina fotografica per farmi le foto. Però non le fa solo a me, le fa a tutti». «Maestro, ma se piove la festa non si fa?». La facciamo ugualmente, bambini. Non preoccupatevi. Al coperto. Ma speriamo che ci sia il sole perché all’aperto la festa è più bella.

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