Venerdì c’è il nuovo vertice dei ministri dell’Energia, dove i 27 discuteranno delle proposte della Commissione per far fronte all’inflazione e al caro-energia. Bruxelles ha già proposto di agire sui consumi, con un calo del 15% (5% nelle ore di punta), e la discussione è sul rendere obbligatoria o meno questa misura. Inoltre, la Commissione intende tassare i super-profitti, sia delle compagnie energetiche che hanno approfittato dell’esplosione del prezzo del gas (su cui sono di fatto indicizzati i prezzi) pur non avendo subito aumenti dei costi, sia per le aziende che producono energia fossile (carbone, petrolio). Tredici paesi – Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Malta, Lituania, Lettonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Romania – hanno scritto una lettera alla Commissione per rimettere sul tavolo il tetto al prezzo del gas. Alcuni paesi restano ostili, Austria e Germania in testa, perché temono un’eventuale penuria di gas. La Ue non ha votato nessuna sanzione contro il gas russo – che Mosca usa come arma – mentre da metà agosto sono in vigore le sanzioni sul carbone e dal 5 dicembre ci saranno quelle sul petrolio (all’inizio del prossimo anno per i prodotti derivati).

Sulla questione è intervenuto ieri il capo-economista della Bce, Philip Lane, che si è detto favorevole a «un aumento delle imposte sugli alti redditi o su industrie e imprese molto redditizie malgrado lo choc energetico». La Bce è preoccupata dall’aumento dei debiti pubblici, che sarebbe generato – dopo quello causato dai piani per far fronte alle conseguenze del Covid – dai progetti nazionali per sostenere imprese e famiglie in maggiore difficoltà a causa dell’inflazione (9,1% ad agosto nella zona euro). L’esempio britannico preoccupa: la decisione di Liz Truss di finanziare gli aiuti con il debito ha fatto crollare la sterlina. La Bce suggerisce di evitare piani generalizzati ma di mettere a punto «aiuti mirati»: Lane spiega che «i governi dovrebbero sostenere i redditi e i consumi delle famiglie e delle imprese che soffrono di più». La presidente della Bce, Christine Lagarde, lunedì ha espresso la stessa posizione di fronte al Parlamento europeo. La Spagna ha previsto una tassa straordinaria e temporanea sull’1% dei più ricchi, per attenuare l’impatto inflazionistico, senza fomentare un ulteriore aumento dei prezzi. La Francia frena e aspetta «misure europee». Per il momento, ha messo un tetto all’aumento delle tariffe dell’energia al 15% nel 2023 e c’è un contributo volontario di Total per ridurre di 30 centesimi il prezzo del litro di benzina.