La vicenda del gasdotto Tap non è ancora conclusa. La segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente ha convocato oggi pomeriggio a Roma un incontro, al quale parteciperanno il sindaco di Melendugno, Marco Potì e i tecnici della commissione comunale progetto Tap. Oggetto dell’incontro sarà la valutazione della documentazione prodotta dal Comune salentino, che ha presentato due dossier in cui vengono indicate le criticità sul progetto e che il ministero non ha ancora visionato interamente. Slitterà dunque di qualche giorno il responso finale sul dossier, atteso per ieri.

Un incontro in cui il Comune di Melendugno metterà ancora una volta in evidenza le problematiche sollevate negli ultimi anni. Vero Sindaco Potì?
Esattamente. Abbiamo inviato due dossier in cui sono evidenti le violazioni di legge che Tap ha perpetrato con l’obiettivo di realizzare il gasdotto e l’eccesso di potere da parte del ministero dell’Ambiente in sede di non assoggettabilità dell’opera a VIA, le quali prevedono che qualora si accerti la sussistenza di impatti ambientali negativi, imprevisti, ulteriori o diversi da quelli valutati nel procedimento di VIA, l’autorità competente dispone la riedizione del procedimento stesso. Tap ha commesso errori nella progettazione e nell’esecuzione dei lavori. Chiediamo, inoltre, l’assoggettabilità a nuovo impatto ambientale del progetto del microtunnel.

Cosa spera di ottenere da quest’incontro?
Mi auguro di vedere finalmente un clima favorevole alle nostre istanze ed ostile nei confronti di Tap. Perché il governo precedente ed i suoi maggiori esponenti, erano totalmente a favore della realizzazione del gasdotto. E spero che accettino la mia proposta di un tavolo tecnico pubblico, aperto a tutti, per dimostrare la fondatezza delle nostre rimostranze. Quanto meno però, abbiamo ottenuto un piccolo risultato: lo slittamento del parere finale del ministero dell’Ambiente.

Certo, è strano anche il silenzio del consorzio Tap.
Il loro atteggiamento può apparire poco comprensibile. Potrebbero riprendere i lavori domani (oggi per chi legge, ndr) e nessuno potrebbe impedirglielo. Io credo che stiano aspettando un appoggio pubblico da parte del governo sulla realizzazione del progetto prima di riprendere i lavori. E credo che Conte, alla fine, non sia forse la figura migliore, ideale per noi in tutta questa storia.

Il Movimento 5 Stelle pare essersi arreso alla realizzazione dell’opera, dopo averne promesso lo stop in campagna elettore. Temono penali miliardarie.
Loro stanno cercando una mediazione continua con la Lega, ma questa non è la strada per realizzare il cambiamento promesso. Non ho idea da dove abbiano attinto questa storia dei risarcimenti nei confronti di Tap. La realizzazione del gasdotto è un accordo internazionale tra Stati, non un’intesa diretta con Tap. In questi casi, qualora l’Italia decidesse di disdire l’accordo, secondo la Carta dell’Energia del 1994 (dalla quale però l’Italia è uscita nel 2016, ndr), sul caso si esprimerebbe un arbitrato internazionale: negli ultimi 20 anni, questo tipo di cause ha visto vittoriose per il 52% le imprese e per il 48% gli Stati, con risarcimenti massimi di 3 miliardi di euro. Da dove hanno preso la cifra di 20 miliardi di cui parlano?.

Stesso discorso dicasi per il 10% che gli italiani risparmierebbero sulle bollette come sostenuto dal vicepremier Salvini.
Con una battuta ho già detto che potrebbe averlo sentito in una birreria. Tap ha già venduto il gas che farà arrivare in Europa a dieci società, di cui due italiane: Enel ed Hera Comm. Inoltre ha la possibilità di vendere 1 miliardo di metri cubi di gas a chi vogliono, perché usufruiscono dell’esenzione di cessione di diritto a terzi: questo garantirà loro di avere il monopolio sui diritti di cessione per i prossimi 25 anni. Vero è invece che i lavori di Snam gli italiani potrebbero ritrovarseli in bolletta.