Fuori dal mondo – scelta quanto mai azzeccata in questi tribolatissimi momenti – alla ricerca di suoni minimali, arrangiamenti ricercati e melodie suggestive. In questa direzione si muove il mood musicale del trio Japanese Gardens, al debutto discografico con l’album Roji (lo trovate su Spotify, iTunes, Amazon Music e altri store digitali). Federico Carnevali alla chitarra, Giovanni Miatto al basso acustico e Carmine Casciello alla batteria, sono entrati in studio poco meno di un anno fa con in testa l’idea di fissare sul pentagramma composizioni che non necessariamente seguissero generi prestabiliti o canoni estetici. No, l’idea era improvvisare su canzoni create dal trio affiancate da riveriti omaggi, ma questa volta fissandole su un supporto. Tre sono pezzi originali (Roji, Lagom e Fjords), caratterizzati, sono loro stessi a definirli: «Dal lirismo, l’utilizzo del suono come espediente espressivo, l’improvvisazione libera, l’ascolto reciproco». Gli altri brani dell’interessante opera prima sono composizioni note, affascinanti quanto distanti tra loro: dall’omaggio ad Olivier Messiaen di O Sacrum Convivium sino a quello per la musica dei Led Zeppelin rappresentato da Four Sticks.