Forse l’omaggio più originale dedicato nel nostro paese al centenario della nascita di Leonard Bernstein è stata la prima italiana di Peter Pan, vera e propria rarità proposta domenica scorsa dal Festival di Stresa a conclusione dell’edizione 2018.
Nel 1950 il trentaduenne Leonard Bernstein era già una figura di spicco della scena musicale americana: con due sinfonie già eseguite negli Stati Uniti era un compositore sulla cresta dell’onda ma anche un direttore già molto richiesto, pronto al grande salto verso il vecchio continente.

Afine 1949 si erano aggiunte la prima apparizione televisiva e il successo di On the Town, film di Gene Kelly e Stanley Donen tratto dal musical di Bernstein del 1944. L’anno dopo il compositore ricevette la commissione per le musiche di scena di Peter Pan, commedia teatrale di James M. Barrie, poi diventata uno dei libri più amati dai ragazzi di ogni generazione. La messa in scena prevedeva la presenza di divi hollywoodiani: Jean Arthur come Peter Pan, Boris Karloff e Marcia Henderson nei panni di Capitan Uncino e Wendy. Bernstein si appassionò profondamente al soggetto, al punto da aggiungere alla musiche ben sette songs scritti su testi propri. La produzione però utilizzò le musiche in modo parziale, anche perché Bernstein si trovava in Europa, e nelle riprese alcune furono rimaneggiate e sostituite.

La scarsa propensione canora di Jean Arthur – a Peter Pan non spetta alcun song – il travolgente successo del film di Disney (1953) e del successivo musical con la regia di Jerome Robbins (1954) decretarono l’oblio del lavoro di Bernstein. Per fortuna nel 2001 il direttore Alexander Frey ha rispolverato la partitura, ripulendola da trasposizioni e tagli e recuperando due song espunti. Successivamente alla biblioteca del Congresso sono saltate fuori anche le parti originali.
A Stresa si è quindi potuta ascoltare la musica di Bernstein, mentre i dialoghi parlati erano la versione italiana dell’adattamento di Nina Simmons Bernstein, versione estremamente sintetizzata della commedia. In questa snella versione concertante, la serata ha restituito una partitura limpida e brillante, che se mostra alcuni tributi alla temperie culturale dell’epoca, da Weill a Copland, rivela soprattutto la sorprendente maturità personalità di Bernstein.

Incantano i songs più conosciuti, affidati alla voce di Wendy, come Who Am I, resa celebre dalla voce di Nina Simone, Peter Peter e la rapinosa Dream with Me. Il recupero del 2001 ha permesso di ritrovare anche lo splendido Captain Hook’s Soliloquy.
A Stresa Cristina Zavalloni e Nicola Ulivieri hanno reso davvero magnificamente sia i song che le parti recitate di Wendy e Capitan Uncino. Sorprendente l’identificazione del giovanissimo Pierpaolo Preziuso con la figura, anche scenica, di Peter Pan, fusa alla perfezione con le personalità dei due interpreti vocali.

Gianandrea Noseda ha diretto la Filarmonica del Teatro Regio e l’Ars Cantica Choir con gusto e swing, senza mai appesantire una musica che per fattura e trasognata leggerezza permette già di intravedere le future creazioni dell’autore, Trouble in Tahiti, scritto l’anno dopo, ma anche West Side Story e soprattutto Candide. Successo convinto per una serata singola che avrebbe meritato almeno una replica.