Vola sui dati degli ascolti della prima serata – oltre dieci milioni di spettatori oltre 52,2 di share – l’esordio del festival targato Amadeus. In Rai tirano un sospiro di sollievo visti i timori della vigilia. Dopo le gaffe che hanno preceduto la kermesse, Amadeus ha saggiamente virato su una conduzione british facendo all’occorrenza da spalla (spesso silente) a Fiorello, ritagliandosi il ruolo di «bravo presentatore», limando i testi lasciando spazio alle co-conduttrici. È il festival della normalità – lontano parente delle complicate costruzioni scenografiche e i duetti con ospiti delle due precedenti edizioni sotto il segno di Baglioni, il «dittatore artistico». È Sanremo che si crogiola per cinque giorni in un delirio mediatico e di folla, di controlli a tappeto della security (chi scrive è stato fermato e perquisito cinque volte in duecento metri), e si trasforma in una simbolica Nashville «de noantri» dove al posto del country si canta il Belpaese dei vizi, delle trasgressioni più o meno lecite. Ma anche nella cittadina ligure sospesa per cinque giorni nella bolla festivaliera solo «fiori e canzoni» si scatena la polemica.

ANNUNCIATO da Amadeus come un regalo al festival, è saltato all’ultimo minuto il video-messaggio che Roger Waters aveva preparato per Sanremo. Sarebbe dovuto andare in onda prima dell’intervento di Rula Jebreal. Ovvio che – conoscendo le prese di posizione politiche e le battaglie dell’ex Pink Floyd (il sostegno alla causa palestinese e non solo) – il sospetto si sia indirizzato su una censura del materiale video arrivato all’organizzazione il giorno precedente. Ma la Rai – per voce del direttore di Rai1 Stefano Coletta, esclude ogni censura e motiva l’esclusione con un semplice «problema di scaletta». «Sono un grande fan dei Pink Floyd», ha sottolineato Coletta durante l’incontro con la stampa rispondendo alle domande: «Valuteremo se mandarlo su RaiPlay, ma si tratta di un materiale arrivato al festival personalmente su whatsApp a Rula Jebreal, che è dovuta ripartire per ragioni professionali (la giornalista in viaggio per Miami non era contattabile, ndr)».

La scelta di non mandare in onda il video «è stata condivisa con Rula Jebreal. Era assolutamente pacifica, contenta del messaggio che è riuscita a veicolare ieri sera». Coletta ribadisce anche che la scelta di non trasmettere il contributo «è stata puramente editoriale. Il materiale è arrivato solo domenica a tarda sera. Quando ho visto in scena il monologo di Rula, e ve lo dico da autore con una lunga storia televisiva, ho detto che si bastava da sola. Peraltro in tantissime trasmissioni ci sono revisioni di scaletta». Quanto ai contenuti, «c’era un riferimento al poeta che Rula ha fatto conoscere a Roger Waters, era un benvenuto a Sanremo per Rula e un ringraziamento ad Amadeus per aver invitato tante donne».

Ancora polemiche per Junior Cally, a scatenarle questa volta è Gessica Notaro. «Io e Junior Cally una cosa in comune ce l’abbiamo: entrambi indossiamo una maschera, lui per fare show e inneggiare alla violenza, io per rimediare ai danni della violenza subita». «Ho ricevuto tantissimi messaggi per via della partecipazione di Cally al festival – non ho voluto alimentare la polemica, perché ho pensato che portare un messaggio così forte di speranza bastasse da solo».

Al netto delle baruffe il chiacchiericcio in sala stampa si trasferisce sui testi esistenziali di Rita Pavone («Resto qui nel fitto di un bosco. E il tuo vento non mi piegherà») ma soprattutto sulla salopette di Achille Lauro folgorato sulla via francescana: il suo body e un paio di shorts nude con ricamo di strass griffato Gucci ha fatto impazzire il web (e i social). Al glamour e ai memorabilia del festival – dopo l’arrivo dell’ex coppia amorosa Carrisi Albano & Romina ora trasformatasi in una lucrosa joint venture economica – si aggiunge l’apparizione dei ricostituiti Ricchi e Poveri nella versione originale da quartetto con Angela Brambati, Marina Occhiena, Franco Gatti e Angelo Sotgiu.

POSANO divertiti soprattutto le due signore – fatto singolare visto che la rottura nasce proprio da una storia di tradimenti che le ha viste protagoniste – ma il miracoloso intervento del manager Danilo Mancuso e si presume il fitto carnet di eventi, concerti e un doppio disco con le loro hit ricantate per l’occasione, hanno rinsaldato l’antica amicizia. «Danilo Mancuso mi ha proposto il progetto – racconta Marina Occhiena, figliola prodiga – mi ha detto: ’Non so che succederà, ma la cosa importante è che abbiamo ricucito questo strappo che dura da troppi anni’». «Marina non è stata cacciata» dice Franco «se n’è andata spontaneamente». E in chiusura si sprecano gli aneddoti: l’incontro con De Andrè che gli procura la prima audizione e con Franco Califano che si inventa il loro nome. Stasera tocca ai duetti: ogni cantante rivisita brani celebri del festival.