«Innalzare la no tax area fino a 12 mila euro? Non sanno di cosa parlano, avrebbe costi proibitivi e comunque non sarebbe efficace per un vero rilancio dei consumi». Vincenzo Visco, economista e politico, più volte ministro delle Finanze nei governi di centrosinistra, boccia senza appello gli emendamenti presentati dai partiti per riformare la legge di stabilità. Ma non è neanche entusiasta rispetto alla stessa manovra, e al modo in cui il governo guidato da Enrico Letta sta affrontando i nodi del reddito, del fisco, del rilancio dell’economia: a partire ad esempio dal taglio del cuneo fiscale.

L’innalzamento della «no tax area» a 12 mila euro raccoglie consensi bipartisan, ma il viceministro Stefano Fassina ha fatto notare che il provvedimento avrebbe costi alti e rischierebbe di favorire anche i ricchi.

In effetti chi propone un’operazione simile non ha proprio idea di cosa parla. Avrebbe costi troppo alti, incompatibili con le risorse disponibili: una cifra tra i 5 e i 10 miliardi di euro. Ma soprattutto sarebbe un’operazione pericolosa: perché ci sono tantissimi evasori che dichiarano cifre pari o sotto la soglia dei 12 mila euro, mentre hanno redditi evidentemente più alti. Senza contare che spesso in questi calcoli non si tiene conto del patrimonio, che invece – per equità – andrebbe ugualmente tassato. Io credo che le attuali soglie siano quelle giuste: piuttosto, sarebbe da riformare l’intera curva dell’Irpef, distribuendo meglio i carichi fiscali, perché oggi sono favorite solo le fasce basse e quelle alte, mentre il peso si concentra tutto sulla classe media.

Pensa che questi emendamenti, come tanti altri, siano in realtà solo fuffa di cui parlano i media e che alla fine non cambierà poi molto?

Credo che ci sia molta demagogia e propaganda, se le proposte vengono fatte offrendo magari delle suggestioni, ma senza chiarire in modo dettagliato dove si potranno reperire le coperture. Alla fine credo che molto di quello di cui si discute in questi giorni verrà sfrondato e il governo porrà la fiducia. Magari i singoli deputati ci credono pure, non lo nego, ma in questo campo non si può andare per ricette estemporanee, accarezzando ora il pelo dei più poveri, domani quello dei più ricchi, giocando con gli argomenti per saldare un’alleanza politica. Si deve capire che la crisi si sta scaricando soprattutto sul ceto medio, sui lavoratori autonomi, il fisco va riformato in modo profondo e guardando a tutti.

Come lo riformerebbe lei? Il cuneo fiscale magari non può aiutare?

Quel provvedimento ha poche risorse, e secondo me tagliando in modo così indiretto, passando cioè per il costo del lavoro, non si distribuiscono risorse reali che possano essere indirizzate verso i consumi. I lavoratori prendono poco, e neppure tutti ne beneficiano, mentre i soldi che vanno alle imprese imboccano le vie più svariate. Io avrei evitato tanti capitoli di spesa, a parte ovviamente quelli per esodati e cassintegrati, e investito più risorse su una seria riforma dell’Irpef, in modo da dare soldi freschi, reali, alle fasce basse e medio basse: che poi così consumano, rilanciando la domanda, il lavoro.

Il Pdl però pensa che togliendo l’Imu la domanda può ripartire.

Hanno tolto l’Imu? Mi pare che il gettito sia invariato, e che il risultato della riforma sia quello di scaricare tutto sulle seconde case e sugli inquilini in affitto. Mentre, in proporzione, chi ha case di valore pagherà meno, ma spesso sono proprio quelle classi sociali che non consumano di più e risparmiano. Lo stesso sindacato ha avuto posizioni stravaganti, mostrandosi d’accordo con l’esenzione per tutti per la prima casa, tranne la Cgil nell’ultimo periodo. Chi può pagare la tassa sulla casa, deve pagare: mentre è giusto che chi ha redditi bassi e prima casa di basso valore sia esentato. Si dovrebbe favorire chi sta in affitto, abbassare lì le tasse, anche per rilanciare l’immobiliare.

Pare che il Pdl voglia recuperare risorse vendendo le spiagge.

Ma qui siamo alla follia: il demanio già vende territori in campagna o sui monti, e va bene, ma non puoi vendere tratti di costa, sono il confine nazionale. Piuttosto, mettiamo a gara quelle concessioni oggi svalutate, aumentiamo i canoni. La sovranità di un paese si esercita anche sul bagnasciuga.

E della sanatoria sulle cartelle elettorali cosa ne pensa? È un condono? Si parla anche depenalizzare i reati fiscali, magari per salvare Berlusconi.

Ma certo, e cosa è se non un condono? Sono tutte persone che hanno avuto un accertamento e che sono state certificate come evasori: magari che hanno avuto processi, con sentenze arrivate fino in Cassazione. Quindi è giusto che paghino tutto, anche le more. Magari potranno rateizzare. Su Berlusconi dico solo che se si depenalizza il reato di frode fiscale è finita: d’ora in poi chi pagherà più le tasse, a parte quelli che hanno la ritenuta alla fonte?