È in attesa da 16 mesi, ed ha tutti i requisiti richiesti dalla Corte costituzionale nella sentenza Cappato/Dj Fabo, per poter ottenere – primo in Italia – il suicidio medicalmente assistito. Anche senza la legge che è in stand-by alla Camera. Ma la Regione Marche, illegalmente, sta costringendo Mario, 43 anni tetraplegico e immobilizzato da oltre 10 anni a seguito di un grave incidente stradale, a convivere con sofferenze che egli reputa intollerabili. E in peggioramento. Per questo Mario (nome di fantasia) ha deciso di denunciare penalmente, tramite il suo collegio legale coordinato dalla segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, «i vertici dell’azienda sanitaria unica regionale Marche, Asur, e quelli del Comitato etico territoriale per il reato di tortura».

DENUNCIATI – spiega in una nota la stessa associazione Coscioni che ha supportato la battaglia di Mario attraverso «una lunga serie di ricorsi giudiziari e lettere di diffida», per far affermare il diritto sancito dalla Consulta – «per avergli cagionato acute sofferenze fisiche dovute all’aggravarsi delle sue condizioni negli ultimi 16 mesi (da quando è stata presentata la sua richiesta di accedere alla verifica delle condizioni), agendo con la crudeltà che caratterizza l’immobilismo e l’inerzia proprio di chi ha accertato, come ha fatto l’Asur, una condizione di sofferenza intollerabile e non si attiva per porvi fine. Il tutto nei confronti di una persona che si trovi in una condizione di minorata difesa». Non solo: «Oltre al reato di tortura – tramite l’esposto depositato mercoledì mattina presso la Procura della Repubblica di Ancona – Mario ha denunciato ulteriori omissioni di atti d’ufficio e la mancata esecuzione dell’ordine del Tribunale di Ancona da parte dell’azienda sanitaria».

LA VERIFICA delle sue condizioni da parte della stessa Asur e del Comitato etico c’è stata, solo grazie a ben due pronunce del Tribunale di Ancona. Ma tutto ciò sembra non bastare all’assessore regionale alla Sanità, il leghista Filippo Saltamartini, secondo il quale il Comitato etico avrebbe «sollevato dubbi sulle modalità e sulla metodica del farmaco che il soggetto avrebbe chiesto (il tiopentone sodico nella quantità di 20 gr., senza specificare come dovesse essere somministrato)».

Un paio di settimane fa, dopo aver diffidato nuovamente la Asur a continuare le verifiche, Mario ha scritto una lettera aperta ai vertici sanitari della Regione, al ministro Speranza e al premier Draghi spiegando nei minimi particolari come si vive nelle sue condizioni. Ciascuna delle manovre a cui deve essere sottoposto per sopravvivere basterebbe a chiunque non fosse invasato da pregiudizi per astenersi dall’interferire nella sua decisione. «Mi state condannando a soffrire ogni giorno di più ed essere torturato».

Nessuna risposta. La parola ora alla Procura di Ancona.