Litigano sulla scena delle trattative per il governo, ma nelle poche decisioni che le camere riescono a prendere in questo periodo di limbo, Lega e 5 Stelle si comportano da solidi alleati. È stato così anche giovedì sera nell’ufficio di presidenza della camera, che sotto la regia del presidente Fico ha solo cominciato a esaminare la questione dei vitalizi. Ma intanto ha deciso sugli allegati A e B, cioè gli elenchi dei collaboratori storici di Montecitorio che i gruppi erano incentivati a inserire nei loro uffici pena una decurtazione del finanziamento pubblico. Non sarà più così e la decisione – che secondo il questore «anziano» Fraccaro, leggibile sul blog dei 5 stelle, porterà un risparmio prevedibile di 480 milioni l’anno – è passata grazie al voto compatto di leghisti e grillini. I due gruppi, in virtù del patto firmato nel momento in cui l’ufficio è stato eletto, controllano i due terzi delle cariche di presidenza.

Assente il vicepresidente Pd Rosato, singolarmente astenuto il questore di Fratelli d’Italia che pure firmava con gli altri due questori la proposta, a votare no è rimasto il segretario d’aula Luca Pastorino di Leu. «È stata una decisione non contro la politica ma contro le persone che lavorano da 25 anni per la camera – sostiene -, una decisione presa senza neanche consultarli né tantomeno cercare un accordo. I risparmi sono poca cosa rispetto al bilancio della camera e i gruppi non perdono un euro di finanziamento pubblico, sono solo più liberi di utilizzarlo a piacere. Per esempio i 5 stelle girandone almeno il 50% alla Casaleggio associati come prevede il loro statuto».

Sui vitalizi, invece, l’istruttoria presentata giovedì dai questori – «nei tempi stabiliti» secondo il presidente Fico che il 9 aprile aveva assegnato 15 giorni – si limita a presentare delle opzioni e indica la necessità di ulteriori approfondimenti. «Su questo siamo già al lavoro», assicura Fico, ma intanto il coordinamento con il senato è ancora a livello di auspicio. Gli stessi sostenitori del taglio – che, ricordiamolo, riguarda solo gli ex parlamentari e prevede il calcolo della pensione con il sistema integralmente contributivo – sono talmente preoccupati della sostenibilità giuridica di un taglio retroattivo da dedicare un capitolo della relazione al tema della responsabilità civile dei deputati dell’ufficio di presidenza. Esclusa, assicurano i questori, anche se la Corte costituzionale dovesse giudicare la loro «riforma» illegittima e risarcire i deputati in pensione.

La relazione prevede due ipotesi di tagli, i grillini hanno subito rilanciato la maggiore che indica in 18 milioni i risparmi annuali. Che però potrebbero ridursi a 13 milioni, considerando che con le nuove regole alcuni ex con molte legislature alle spalle vedrebbero paradossalmente accresciuto il loro assegno mensile. Il bilancio della camera nel 2017 è stato di 950 milioni di euro.