Ieri ho finito di leggervi ad alta voce il libro Amira, un mondo senza confini. Mi dite cosa vi ricordate? E soprattutto se vi è piaciuto?

“Molto”. “Forse un po’ troppo lungo”. “A me piace molto quando lei dice che il Marocco è come suo papà e l’Italia è come sua mamma”. “Amira è una ragazza di quindici anni che prima, però, alle scuole elementari, faceva la scuola qui a Calerno come noi”. “Lei era nata in Italia. Solo che i suoi genitori non erano nati in Italia ma in Marocco. Allora lei non sapeva bene se era italiana o marocchina”. “O tutti e due”. “Sì. A me è piaciuto. Sei stato bravo a scriverlo, maestro”. “Lei aveva un fratello che si chiamava Aziz”. “Dopo le scuole elementari, lei è andata alle scuole medie. Come noi il prossimo anno. In tram”. “Io ci so già andare in tram da solo a Sant’Ilario. Ci sono stato tante volte”. “Aziz fa ancora la scuola elementare. Lei è più grande di suo fratello”. “Loro fanno anche un giro in bicicletta per Calerno e si vede proprio che sono a Calerno, mentre si legge il libro”.
Avete capito di cosa parla il libro su Amira? Mi raccontate la trama?

“Prima c’è Amira che era bambina, faceva la scuola elementare. Lei una volta ha fatto tutto giusto in grammatica il compito in classe. Allora il maestro le ha detto che lei era stata bravissima. Anzi, le dice che lei era stata meglio dei suoi amici e compagni italiani. E le dà dieci. Solo che lei invece di essere felice, anche se ha preso dieci, Amira è triste e per poco piange perchè pensa che il maestro…. Insomma, pensa che il maestro, anche per il maestro, non è considerata italiana”. “Però sua mamma dice che il maestro non voleva offenderla”. “Poi… Poi anche in prima media, la prof di francese la offende perché chiede ad Amira: Da dove vieni? Perché lei parla molto bene in francese, perché sua mamma in estate le aveva insegnato un po’ il francese, perché lei era marocchina, la mamma, e in Marocco si parla anche il francese”. “E lei ci sta ancora male”. “Poi c’è un ragazzo che si chiama Nicola che piace ad Amira. Ma lui è sgarbato”. “Non è sgarbato, è razzista”. “Lui prende sempre un po’ in giro Amira perché lei è Marocchina e ha la pelle un po’ diversa da lui che invece ha i genitori italiani, cioè nati in Italia”.

“Sì. Però… Però lei non capisce che lui la prende in giro”. “Lo capisce”. “Anche per me”. “Io non lo so, non mi pare. Ma anche se lo capisce, lei non lo vuole capire. Perché lei pensa che lui, forse, fa così perché si è un po’ innamorato di lei”
Cosa vi è piaciuto di più?

“Quando loro sono alla cena e dopo il padre e la madre devono dire ai figli che se ne devono andare via dall’Italia perché non hanno più lavoro”. “A me quando vanno in Francia”. “A me piace quando lui la invita alla festa e lei si emoziona”. “Mi è piaciuto quando lei parla con la sua migliore amica Emma perché si vogliono bene”. “Anche a me è piaciuto quando loro vanno a fare insieme dei giri in città e loro si raccontano le loro avventure, i loro problemi. Poi Emma, alla fine, si fidanza con Kristian che è un ragazzo albanese”. “Emma ha i genitori divorziati”. “A me dispiace che Amira e la sua famiglia sono dovuti andare via dall’Italia”. “A me, maestro, piacerebbe sapere perché, se Amira non è stata una tua alunna, tu hai fatto finta che era una tua alunna, nel libro”.

Ci sono altre domande? Fatemele tutte insieme che dopo provo a rispondere…
“Quanti ci hai messo a scrivere il libro?” “Quanti soldi ti hanno dato per scriverlo?” “Perché Amira non capisce che Nicola la sta prendendo in giro?” “Alla fine ti faceva male la mano, a scrivere?” “La mamma di Emma, secondo te, voleva che sua figlia stava insieme ad Amira, che era la sua migliore amica? Oppure non voleva?” “A me è piaciuto alla fine quando lei…. Quando in Francia, nella scuola francese, ha incontrato un’altra amica come Emma”.