«Se una bella ragazza cammina da sola alle 3 di notte, magari vestita in modo provocante e si trova in determinati ambienti, si espone». Non serve andare lontano per trovare del becero maschilismo e comprensione per gli stupratori. Basta fare un giro in Parlamento.

La frase è del senatore del gruppo Ala, Vincenzo D’Anna, che ieri in un’intervista radiofonica ha invitato le donne ad essere «molto più accorte e caute».

Proprio mentre arrivava la notizia dell’ennesimo omicidio consumato dentro le pareti domestiche con una donna, Elena Seprodi, di 48 anni, uccisa dal marito a Casale Monferrato, nell’Alessandrino.

«Sono abbastanza vecchio per ricordarmi donne più accorte. Una donna aggredita da un cingalese alle 3 di mattina un tempo non ci sarebbe mai stata», assicura l’esponente del gruppo di Denis Verdini. Secondo D’Anna la donna «porta con sé l’idea del corpo, della preda. Se si trova in periferia, sola in strada, può anche essere oggetto di aggressione. È un istinto, sarà primordiale, ancestrale», ma «servirebbe un minimo di cautela. Le donne lo devono pensare che c’è gente in giro che può fargli del male».

Frasi che hanno sollevato la reazione indignata di Si, M5S e alcuni esponenti del Pd. Il parlamentare venne accusato nel 2015 dalla senatrice Barbara Lezzi di aver fatto «gesti triviali e sessisti in Aula».