Si sono costituiti due dei quattro stupratori «seriali» di Rimini. Si tratta di due fratelli di origini marocchine, entrambi minorenni, di 15 e 16 anni. Si sono presentati spontaneamente ai carabinieri di Montecchio, nel Pesarese, dopo la diffusione dei fotogrammi che li ritraevano di spalle, ripresi da una telecamera di sorveglianza del bagno 130 in località Miramare la notte del 26 agosto.

Secondo la testimonianza delle vittime erano in quattro, i due fratelli marocchini, un congolese e un nigeriano, quest’ultimo forse a capo della banda, l’unico maggiorenne. I quattro avrebbero stuprato la ragazza polacca, picchiato il suo fidanzato e poi stuprato una transessuale peruviana. I due sono stati trasferiti a Rimini per essere sottoposti all’interrogatorio del magistrato.

Sarebbero stati riconosciuti in particolare dalla transessuale proprio da quelle immagini del percorso dalla spiaggia alla strada statale relative al suo stupro e in parte dal fidanzato della ragazza polacca, la quale invece, ancora in stato di shock, sarebbe meno certa del riconoscimento.

C’è infine una quarta testimone, una donna etiope che vive a Varese con due figli piccoli, sfuggita a una violenza il 12 agosto a Rimini mentre il compagno è stato malmenato. Anche lei ha parlato dei suoi aggressori come di «quattro giovani africani, forse ventenni, che parlavano molto bene italiano».