Al grido di «ma quale lavoratori di serie B, tutti in Champions», ieri è partito da Piazzale Aldo Moro il corteo degli studenti che si è unito alla manifestazione della Cgil contro il Jobs Act. In testa ragazzi con maglie delle squadre di calcio e un grosso striscione: «La generazione senza diritti entra in scena»: «Vogliamo diritti reali per tutti noi, diciamo no alla precarietà, chiediamo diritto allo studio e reddito per tutti. Renzi dice bugie perchè non fa nulla per la nostra generazione». «Nel Decreto Sblocca Italia c’è un altro attacco all’università – sostiene Alberto Campailla (Link) – 150 milioni di trasferimenti alle Regioni per il diritto allo studio saranno inseriti nel Patto di Stabilità Interno, determinando un taglio di almeno 50.000 borse di studio. Inoltre nella Legge di Stabilità ci sono ancora tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario per quasi 300 milioni di euro». «Il filo rosso che lega la Buona Scuola al Jobs Act – sostiene Danilo Lampis, coordinatore Uds – è rintracciabile in un progetto di società basato sulla subalternità culturale ed economica agli interessi delle aziende». Oggi a Roma l’assemblea pubblica «La nostra vita non è un gioco» con autonomi, parasubordinati, freelance e disoccupati, alle 10 a Visiva (via Assisi 117, stazione Tuscolana o metro Furio Camillo) per promuovere un’altra riforma del lavoro, a partire dalla battaglia contro il Jobs Act.