Ai lati, le bandiere rosse degli studenti e dell’Unione sindacale di base (Usb). Al centro, le magliette bianche dei «docenti fantasma». Si presentavano così ieri mattina le scale del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per una protesta contro le politiche del governo sulla scuola. Alla mobilitazione, sostenuta dallo sciopero di Usb, hanno partecipato studenti romani e delegazioni nazionali della campagna «Bastalternanza» e tanti insegnanti precari.

«Chiediamo l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro introdotta dalla Buona scuola di Renzi – ha detto Sebastiano Bergamo, studente del liceo Virgilio – È solo un sistema di sfruttamento. Non è ammissibile che lo stato dia soldi a privati e aziende per far lavorare gratis gli studenti».

Durante la campagna elettorale Lega e 5 Stelle avevano espresso l’intenzione di superare questo modello, insieme al complesso delle misure della Buona scuola. Adesso, però, le posizioni sono diverse. Il ministro Bussetti ha confermato nei giorni scorsi che l’alternanza continuerà a esistere con un monte ore ridotto e un nuovo nome: «percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento».

«Siamo in piazza perché questo governo fa tanti proclami ma poi non cambia niente – ha affermato Silvia Bisagna, insegnante iscritta a Usb – Sull’alternanza siamo con gli studenti: va cancellata. Chiediamo la stabilizzazione dei precari e un reale ricambio con copertura del 100% dei pensionamenti per riempire i buchi lasciati dal blocco del turnover. Le scuole sono scoperte, soprattutto al nord. Chiediamo anche l’adeguamento al costo della vita dei nostri stipendi. Come in tutto il pubblico impiego, in busta paga ci mancano 300 euro persi durante i 9 anni senza un vero rinnovo contrattuale».

Un’altra questione caldissima è il futuro dei docenti di terza fascia, impiegati per tanto tempo come supplenti e che adesso temono di dover partecipare al prossimo concorso al pari dei neolaureati. Il ministro Bussetti ha rilasciato diverse dichiarazioni in questo senso.

«Siamo stati dimenticati da tutti – ha detto Alina Rosini, insegnante di Torino – Lavoriamo da 3, 5, 10, 20 anni. Ogni volta fino al 30 giugno. Non abbiamo avuto modo di abilitarci ma prestiamo servizio nelle scuole e di fatto le sorreggiamo. Con gli stessi doveri dei docenti di ruolo ma con molti diritti in meno. Vogliamo la stabilizzazione. Siamo abilitati sul campo. Con il concorso che si prospetta, una vita passata a scuola non conterà nulla: è una vergogna!».

I docenti hanno bloccato viale Trastevere per alcuni minuti, ottenendo un incontro. «Non siamo per niente soddisfatti di quello che ci è stato riferito dal tecnico del Miur – ha spiegato Pasquale Vespa, vicepresidente dell’Associazione nazionale docenti per i diritti dei lavoratori – Vogliamo una soluzione politica alla questione del precariato, con finanziamenti per la stabilizzazione di tutti i docenti. Serve un corso-concorso abilitante per titoli e servizi che dia luogo a una graduatoria nazionale da cui assumere a scorrimento su classi di concorso esaurite».

Nel frattempo è arrivata la notizia di uno studente di 17 anni morto in una scuola di Catania per arresto cardiaco. Sulle scale a protestare c’erano anche alcuni suoi compagni. La tensione è salita e i ragazzi hanno deciso di muoversi in corteo. «Invece di spendere soldi per mandare unità cinofile nelle scuole, il governo dovrebbe preoccuparsi di metterle in sicurezza – ha detto Bergamo – Anche rispetto alla dotazione di defibrillatori e strumentazione sanitaria e alla formazione del personale a interventi di primo soccorso».