Domani il mondo della scuola apre la stagione delle mobilitazioni contro i tagli e gli effetti della crisi. StudAut, il coordinamento promotore delle manifestazioni che si svolgeranno contemporaneamente a Roma, Torino, Milano, Bologna, Cagliari e Palermo, prosegue così un percorso iniziato quest’estate al campeggio No Tav di Chiomonte.

Per gli studenti il rinato governo delle larghe intese non ha mutato affatto atteggiamento nei confronti dell’istruzione: «Cambiano i colori che popolano il teatrino del Parlamento – scrivono – ma la strategia con cui vogliono risolvere questa crisi rimane l’austerità». Che significa austerità per la scuola? Ricordano dai collettivi milanesi: « In 5 anni l’istruzione ha perso 10 miliardi di finanziamenti, il governo Letta ha approvato da poco un decreto che stanzia solo 400 milioni, briciole». Sempre domani il Coordinamento delle scuole di Roma terrà alle 16 e 30 un’assemblea al palazzo della Regione per chiedere alla Giunta di assumere una posizione nell’udienza per l’annullamento di tagli agli organici realizzati dall’ex ministro Gelmini nel 2011. Per lo stesso motivo saranno in piazza anche a Genova.

«Vogliamo convincere le Regioni, che devono dare disponibilità entro il 18 ottobre, a prendere parte al ricorso che riguarda i tagli all’organico – afferma Antonia Sani, dell’Associazione «Per la scuola della Repubblica», coordinamento che riunisce insegnanti, studenti , genitori e personale Ata – Sono stati effettuati senza sentire il parere degli Enti locali. L’abbiamo già sottoposto al Consiglio di Stato e il 21 novembre si pronunceranno i Tar del lazio e della Liguria».

I tagli effettuati dal 2009 al 2011 sono stati già dichiarati illegittimi e vincere anche questo ricorso significherebbe ripristinare le giuste risorse per garantire il diritto allo studio.

Sani critica anche l’ultimo decreto scuola approvato dal governo Letta: «Non ci lascia affatto soddisfatti – continua – l’accesso alle risorse economiche, dai libri, alla mensa, alle tasse, viene sempre più connesso al merito, col rischio forte di lasciare indietro i più».

Gli studenti dei collettivi romani, che domani alle 9 partiranno in corteo da Piramide, denunciano il permanere di numerosi problemi: «docenti precari da 30anni, aule sovraffollate, scuole pericolanti, libri di testo insostenibili che vogliamo ricordare manifestando proprio nella giornata in cui la ministra Carrozza ha tentato di pubblicizzare un dibattito collettivo sulla scuola pubblica».

L’11 ottobre il mondo dell’istruzione tornerà nuovamente in piazza, nei cortei convocati dalla Rete degli studenti e dall’Unione degli studenti. Anche loro parteciperanno con Landini e Rodotà alla manifestazione «La via maestra è la Costituzione» del giorno successivo.