“Siamo state violentate da due carabinieri. Erano in divisa, e con l’auto di servizio”. Di fronte a una denuncia del genere, fatta da due studentesse statunitensi, poco più che ventenni e a Firenze per motivi di studio, negli uffici della Questura in via Zara è scattato l’allarme rosso. Gli investigatori della squadra mobile sono subito entrati in azione, mentre le due ragazze venivano ascoltate anche dal magistrato di turno, e accompagnate in ospedale per i primi accertamenti sulle violenze sessuali denunciate.
Nonostante il silenzio imposto dalla delicatezza del caso, è emerso che i due militari dell’Arma sarebbero intervenuti, insieme ad altre due pattuglie, in seguito ad una chiamata per una rissa iniziata nella notte nei pressi della discoteca Flò al piazzale Michelangelo. A telefonare alla forze dell’ordine sono stati i gestori del locale, fra i più gettonati della movida fiorentina, e davanti al Flò c’erano fra gli altri anche le due studentesse.
Dal racconto delle ragazze, sarebbero salite su una delle tre gazzelle intervenute al piazzale Michelangelo e accompagnate a casa dai due carabinieri, lì dove sarebbe avvenuta la violenza. Gli investigatori della mobile hanno chiesto e ottenuto dalle due studentesse i vestiti indossati la sera precedente, presi in esame dalla polizia scientifica in cerca di riscontri al loro racconto.
Il racconto delle ragazze, iscritte ai corsi di una delle università americane che organizzano abitualmente stage di studio nel capoluogo toscano, per ora non ha ancora convinto pienamente gli investigatori. Alcune lacune, e l’indubbia gravità di una violenza sessuale operata da carabinieri in divisa che inoltre le avrebbero accompagnate nel loro appartamento, hanno fatto decidere al magistrato di ascoltarle nuovamente. Intanto i due militari sono stati individuati, e dal comando provinciale dei carabinieri é stata assicurata la massima collaborazione alla procura, per chiarire con sicurezza quanto accaduto. Della vicenda è stato informato anche il consolato Usa, che si è trincerato verso una comprensibile privacy.

Nella  rutilante movida estiva, quest’anno a far rumore erano state altre due storie: una giovane fiorentina seguita quasi fin sotto casa da un molestatore, pronta a denunciare con una lettera aperta l’insicurezza vissuta dalle ragazze specie nelle ore notturne, e una sua coetanea offesa ripetutamente su un mezzo pubblico perché di colore.