Via Montecatini, angolo via Del Corso. Zona pregiata della Capitale-vetrina. Sette anni fa, prima della mutazione antropologica definitiva di questo spicchio di strada affollato da ristoranti turistici con le tovaglie a poco prezzo e boutique di chincaglierie e souvenir papali, c’era ancora un presidio funzionale: la sede della polizia municipale del primo gruppo. Tre anni dopo i movimenti per il diritto all’abitare sollevarono il caso: la palazzina poteva ospitare le famiglie senza casa, nomadi urbani che occupano e vengono sgomberati, alla ricerca dell’unico bene che può ricostruire una vita. Da allora, nulla.

Fino a ieri quando, con un blitz spettacolare, la palazzina è stata occupata dai movimenti della casa che chiedono una «moratoria giubilare» di sfratti e sgomberi. Sotto il governo del commissario Francesco Tronca, sostengono i movimenti, si tende a confondere il caso «Affittopoli» con l’emergenza abitativa, mentre una vastissima quantità di case resta vuota: «Un conto è colpire chi ha preso anche legalmente possesso di un prezioso patrimonio quando potrebbe, con redditi alti, camminare con le loro gambe, un altro è accanirsi contro chi è illegale per necessità ed è escluso da un mercato della casa dai prezzi irraggiungibili». L’azione di ieri si è conclusa dopo mezzogiorno. E altre ne seguiranno, annunciano i movimenti impegnati nella campagna contro la privatizzazione del patrimonio pubblico e degli asili nido comunali previsti dal Documento unico di programmazione 2016-2018 varato da Tronca.

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Angelo Mai a rischio
Dopo La Torre, Corto Circuito, Auro e Marco, Casale Falchetti, Esc, Lab Puzzle (con associazioni e sedi di partiti i casi sarebbero 800) ieri l’Angelo Mai ha ricevuto una lettera in cui il Campidoglio commissariato chiede il saldo di un presunto «danno erariale» ravvisato dalla Corte dei Conti. È un preavviso di sgombero. L’immobile, ricostruito dagli attivisti e regolarmente pre-assegnato dall’ex sindaco Veltroni, non è occupato abusivamente, come stabilito in una sentenza della magistratura del 5 aprile 2014. Come negli altri casi si richiede un canone arretrato, anche se non è stata stabilita la sua entità. La delibera 140, varata dalla giunta Marino, rimetterebbe a bando questi spazi a prezzi di mercato. «L’esecuzione di queste ordinanze potrebbe cambiare radicalmente la città, venderla ai privati o renderla un deserto» commentano gli attivisti.

*** Chi comanda a Roma: ritratto di una città sotto sgombero e commissariata tre volte