Nel mezzo della crisi innescata da Italia viva, mercoledì notte il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con le disposizioni anti Covid: proroga dello stato d’emergenza fino al 30 aprile; divieto di spostamento tra regioni fino al 15 febbraio salvo esigenze lavorative, necessità o motivi di salute. Fino al 5 marzo è consentito una sola volta al giorno fare visita in un’abitazione private per massimo due persone, potendo portare due minori di 14 anni o disabili o persone non autosufficienti conviventi.

ISTITUITA UN’AREA BIANCA (senza le restrizioni delle altre zone ma con il rispetto del distanziamento) per le regioni con Rt sotto l’1, rischio «basso» e un’incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti. È stata poi predisposta una piattaforma nazionale, affidata al commissario Arcuri, per gestire il piano vaccini: servirà per tracciamento e distribuzione di dosi e materiali necessari alla somministrazione. Le regione che non hanno già l’infrastruttura, potranno utilizzarla per prenotazioni, registrazioni e certificazioni.

Nel nuovo dpcm, che dovrebbe entrare in vigore da domenica, troveranno spazio le altre misure anti contagio a partire dal divieto di vendita da asporto per i bar in zona gialla dopo le 18. La norma è avversata dalle regioni, il governo sta studiando i codici Ateco per cercare di introdurre la limitazione solo rispetto a bevande e alcolici. E ancora: con Rt a 1 o con una classificazione di rischio «alto» si passerà in zona arancione; con Rt a 1,25 in rossa. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, è il promotore della possibilità di aprire i musei nei giorni feriali in area gialla, quindi solo per i residenti. Con i nuovi indici, potrebbero rimanere in giallo solo sei regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta. Verso il rosso Lombardia e Sicilia ma rischia anche l’Emilia Romagna.

IL MINISTRO BOCCIA, durante il vertice governo-regioni di ieri mattina, ha spiegato: «La crisi politica non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi sul decreto Ristori, ma serve prima il nuovo scostamento di bilancio», che dovrebbe arrivare fino a 30 miliardi. Si sta ragionando su ristori specifici per il settore dello sci: «Il ministro Gualtieri ha garantito una corsa contro il tempo in Parlamento per il nuovo scostamento – ha proseguito Boccia – e il presidente Conte convocherà presto un nuovo Cdm per la relazione. Aiuteremo Mef e Mise a tarare meglio alcuni ristori che le regioni ci stanno indicando, soprattutto sulle attività con forti stagionalità invernali».

I NUOVI CASI COVID ieri sono stati 17.246 su 160.585 tamponi. Il tasso di positività è stato del 10,7%, il numero dei decessi 522, gli attualmente positivi 561.380. In calo a 2.557 le persone ricoverate in terapia intensiva (22 in meno rispetto a mercoledì); 23.525 i ricoverati con sintomi. La regione con il maggior numero di nuovi positivi è stata la Lombardia (2.587) seguita da Veneto (2.076), Sicilia (1.867) e Lazio (1.816). Proprio in Lombardia i ragazzi delle superiori potrebbero tornare a scuola in presenza al 50% da lunedì prossimo, grazie alla sentenza del Tar che ha sospeso l’ordinanza regionale con cui si imponeva fino al 24 gennaio la didattica a distanza al 100%. Ma la nuova classificazione dovrebbe spedire la Lombardia in zona rossa, riportando i ragazzi alla didattica a distanza.

«Stanno risalendo tutte le curve, il vaccino non è la soluzione immediata. Adesso serve il lockdown»: è la posizione della Fondazione Gimbe alla luce del suo monitoraggio settimanale. «Serve una rigorosa stretta – spiegano – per evitare un anno con ospedali ciclicamente al limite del collasso, continue strette e allentamenti, un aumento inesorabile dei decessi». Nella settimana 6-12 gennaio, rispetto alla precedente, si conferma l’incremento dei nuovi casi (121.644 contro 114.132), la lieve risalita dei ricoverati con sintomi (23.712 rispetto a 23.395) e delle terapie intensive (2.636 rispetto a 2.569). E Renata Gili: «Nel primo trimestre con una copertura vaccinale minima ci si attende un’elevata circolazione del virus con preoccupanti incertezze sulle nuove varianti ed elevato impatto sui servizi sanitari».

TOCCATA QUOTA 908.989 vaccinati alle 19 di ieri pari all’1,5% della popolazione italiana, con la Germania all’1% e la Francia allo 0,37%. «Con soli due farmaci, Pfizer e Moderna, – ha spiegato Arcuri – abbiamo una disponibilità di 60 milioni di dosi per immunizzare 30 milioni di italiani entro l’anno. Se arriverà l’Astrazeneca avremo ulteriori 40 milioni di dosi nel 2021. Questo significa che vaccineremmo 50 milioni di italiani entro l’anno».