I biglietti venduti per il concerto di Sfera Ebbasta al Lanterna Azzurra di Corinaldo non erano 1.400, ma molto meno: quasi la metà, 680, di cui 500 staccati al botteghino. A svelare il dato ci ha pensato il comandante dei carabinieri Cristian Carrozza, che mette le cose in chiaro dopo una girandola di commenti e dichiarazioni che addossavano la colpa della strage soprattutto all’eccessivo overbooking.

«LA CAPIENZA DELLA SALA del concerto – ha aggiunto Carrozza – è di 459 persone, due le sale aperte al piano terra, mentre quella interrata non era fruibile. La cifra di diffusa ieri di circa 1.400 biglietti si basava sui numeri delle matrici», che però non sarebbero progressivi e dunque non hanno significato nell’indagne per stabilire quanta fosse effettivamente la gente dentro al locale nel momento del disastro.

Tanto scandalo per nulla? Non esattamente. Le indagini della procura di Ancona sono in corso e le testimonianze sulla faccenda dei biglietti divergono: c’è chi sostiene che in tanti siano entrati senza il ticket, ed ecco allora che le cifre tornano a ballare. «Mia figlia di 15 anni, non ha comperato il biglietto, ma aveva prenotato un tavolo – racconta Alessandra, di Morro d’Alba -, fuori del locale un giovane pr è passato a riscuotere i pagamenti, poi ha consegnato un braccialetto giallo per l’ingresso e un tagliando, senza marchi, per la consumazione. Lei e una sua amica sono entrate così».

La faccenda è tutta da chiarire, e Carrozza predica calma e prudenza. «Vedremo – ha detto ai cronisti – se il locale era a norma. A livello di autorizzazioni i primi accertamenti hanno acclarato la regolarità. Sulla struttura invece ci sarà da indagare, e il fulcro dell’inchiesta è tutto lì».

Il problema è che gran parte del dibattito scaturito dalla strage del Lanterna Azzurra si basava proprio sul fatto -a questo punto falso – che sia stato venduto il doppio dei biglietti rispetto alla capienza del locale. La notizia era stata diffusa direttamente dal fronte istituzionale: prima dai carabinieri, poi dalla procura e poi ancora dal presidente del consiglio Giuseppe Conte e dal ministro degli Interni Matteo Salvini, che sarebbe tra le altre cose il capo di tutte le questure d’Italia.

A CAMBIARE COMPLETAMENTE il quadro rispetto a quello ipotizzato sabato c’è anche un’altra dichiarazione del comandante Carrozza: «Quella dello spray al peperoncino non è l’unica pista da seguire».

Anche l’episodio che avrebbe scatenato il panico, dunque, è da guardare sotto una luce diversa: alcuni testimoni avrebbero raccontato alle forze dell’ordine di aver notato del fumo in pista, qualcosa di simile a quello bianco che spesso e volentieri viene sparato dal palco quando ci sono i concerti. Se sia stato questo a rendere l’aria irrespirabile a portare le persone a scappare è tutto da dimostrare e, tutt’ora, quella dello spray al peperoncino, benché non l’unica, resta la pista più concreta, anche perché, durante le ispezioni della sala dove avrebbe dovuto esibirsi Sfera Ebbasta, è stato effettivamente rinvenuto un tubetto di spray urticante.

Serviranno analisi scientifiche per chiarire se sia stato quello utilizzato nella notte della strage oppure no.