Gli indagati per la strage del Lanterna Azzurra di Corinaldo al momento sono otto: un sedicenne di Senigallia, quattro titolari del locale e tre soci. In bilico c’è la posizione dei buttafuori, che potrebbero aver gestito in maniera disastrosa il momento del panico in pista, aprendo con ritardo le porte d’emergenza o tentando di non far uscire le persone dalla sala del concerto, anche se alcuni poi sarebbero stati decisivi nel salvare diversi ragazzi dalla morte per schiacciamento, quando le balaustre del ballatoio esterno del locale sono venute giù e a decine sono precipitati nel fossato che separa la discoteca dal suo parcheggio, con un bilancio finale di sei morti e oltre sessanta feriti più o meno gravi.

Il primo indagato ha sedici anni. Le forze dell’ordine l’hanno rintracciato credendolo il ragazzo incappucciato che si vede in alcune foto della serata, sospettato di aver sparato lo spray al peperoncino in mezzo alla folla, creando così il panico.

IL GIOVANE SAREBBE STATO tirato in causa da tre persone ma, specifica il procuratore per i minori delle Marche Giovanna Lebboroni, «la sua citazione è generica e le circostanze tutte da valutare». In casa sua, comunque, sarebbero state trovate ingenti quantità di eroina e di cocaina.

Lui nega ogni coinvolgimento e sostiene di non essere neppure andato in discoteca quella sera. Ci sono poi altri due fermati: un 27enne di Fano e la sua fidanzata, trovati all’interno di un residence della vicina Senigallia, dove avevano prenotato un appartamentino per un mese.

L’IPOTESI PIÙ ACCREDITATA dagli investigatori è che i tre facciano parte di una specie di banda dedita ai furti in discoteca che utilizzerebbe lo spray urticante per creare scompiglio e coprire la propria fuga. In questo modo si spiegherebbero anche i precedenti di uso di questa sostanza al peperoncino in svariati altri concerti di musica trap in giro per l’Italia.

Il fascicolo aperto dalla procura per i minori ipotizza reati pesantissimi (omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e lesioni colpose), mentre la procura ordinaria ha aperto un fascicolo per omicidio colposo aggravato in concorso.

Al palazzo di giustizia di Ancona si ragiona molto anche sulla posizione dei titolari del Lanterna Azzurra, tutti indagati: la faccenda dei biglietti venduti si sta sgonfiando (non sarebbero stati 1.400, ma circa la metà, generando un overbooking non così clamoroso come si era pensato all’inizio), e tuttavia l’organizzazione del concerto di Sfera Ebbasta continua ad avere contorni misteriosi. Il giovane cantante a mezzanotte era sul palco della discoteca «L’altro mondo» di Rimini, e soltanto terminata questa esibizione si sarebbe mosso verso Corinaldo, dove poi non si è proprio fatto vedere.

IL PROBLEMA è che sui biglietti del Lanterna Azzurra l’orario d’inizio dell’esibizione era fissato per le 22 e 30. Quando si è consumata la tragedia mancava un quarto d’ora all’una di notte e Sfera Ebbasta ancora non era nemmeno arrivato al locale. Quanto questa catena di ritardi possa aver influenzato la strage è ancora comunque tutto da capire, anche se quello dei concerti multipli nella stessa serata è una prassi per molti cantanti e gruppi musicali.

L’indagine è complicata, anche perché potrebbero essere diversi gli elementi che hanno portato dritti al disastro: c’è la questione dell’affollamento (entro i limiti di legge o no, sempre che parliamo di centinaia di persone nello stesso posto chiuso), ma anche quella delle uscite e dei percorsi di sicurezza, oltre alla spruzzata di spray al peperoncino e al conseguente panico generale in pista.

LA SOMMA DI QUESTI FATTORI si è rivelata fatale, e ricostruire con esattezza la catena degli eventi passa soprattutto per l’ascolto dei testimoni, ognuno dei quali potrebbe portare nel proprio racconto una parte della verità.

Gli altri indizi disponibili per l’indagine sono i video registrati con gli smartphone, null’altro perché la discoteca di Corinaldo non dispone di telecamere di sicurezza.

Migliorano, intanto, le condizioni dei sette feriti più gravi: in quattro sono adesso in grado di respirare in maniera autonoma, mentre altri tre sono in condizioni critiche ma stabili. Una di questi, quindicenne, è uscita dal coma ed è riuscita a riconoscere i propri cari, ma non ricorda nulla di quanto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato al Lanterna Azzurra. La prognosi di tutti e sette resta ad ogni modo riservata e non si sa quando verrà sciolta dai medici dell’ospedale Torrette di Ancona. Un ottavo paziente ricoverato in codice rosso è stato dimesso nel pomeriggio di domenica.