Già nel sottotitolo, «Da Rachel Carson a Greta Thunberg: un secolo di lotta per la difesa dell’ambiente», c’è l’essenza di quello che Annalisa Corrado racconta con questo libro: le storie di donne coraggiose che in momenti diversi grazie alla loro costanza e capacità di coinvolgimento hanno fatto sì che più generazioni prendessero coscienza dell’urgenza di mettersi in gioco per difendere la Terra dall’inquinamento, salvaguardarla per il futuro, combattere l’affermarsi di un certo tipo di economia che ha come unico obiettivo il denaro.

La Corrado, un’ingegnera meccanica tra le più impegnate in Italia in difesa dell’ambiente, racconta in modo coinvolgente le attività in difesa della Terra di Rachel Carson, Wangari Maathai, Alexandria Ocasio-Cortez, Greta Thunberg, Jane Fonda. Tutte unite, oltre che dagli ideali ecologisti, da un’energia incredibile e coinvolgente, ma avversate e denigrate dal potere per quello che dicono e per il fatto stesso di essere donne. A questo si deve aggiungere anche che «per decenni le cause ambientaliste – come scrive l’autrice – sono state ridicolizzate, considerate questioni a cui si possono dedicare solo le persone con molto tempo libero o con la pancia piena, i sognatori, quelli che non hanno problemi ad arrivare alla fine del mese. Gli ecologisti sono stati spesso relegati a riserva, come portatori di interessi velleitari e frivoli, incapaci di capire che la politica e l’economia debbano avere a che fare con bel altro». Le donne raccontate nel libro sono state o sono più forti di tutto questo e assieme a tante altri attivisti, di entrambi i sessi, hanno fatto comprendere a milioni di persone che il tempo per salvare il nostro pianeta sta per scadere.
La prima storia che ci viene proposta è quella di Rachel Carson (1907-1964), la donna che sconfisse le multinazionali del DDT e che con il libro Silent Spring (Primavera Silenziosa) del 1962 dimostrò che lo sterminio chimico di alcune specie di insetti non solo cancella gli antagonisti biologici naturali, ma innesca una catena di tossicità che arriva sino al cibo. Il suo insegnamento più profondo, come riporta la Corrado, è stato che i governi devono organizzarsi per porre dei limiti alle libertà delle industrie, allo scopo di salvaguardare le persone e l’ambiente. Per queste sue idee fu sottoposta a una infernale macchina diffamatoria. Sorte che dovette subire, assieme al carcere, anche Wangari Maathai (1940-2011), keniota e vincitrice del premio Nobel per la Pace nel 2004. Grazie a lei sono stati piantati nel paese africano oltre 51 milioni di alberi per combattere l’erosione del terreno ed è stata fondatrice del Green Belt Movement formato da donne provenienti dalle campagne.
Una bella idea poi quella di mettere assieme, in un unico capitolo, Alexandria Ocasio-Cortez e Greta Thunberg. Così le descrive l’Autrice nel libro: «Una, la più giovane donna eletta nel parlamento degli Stati Uniti d’America (29 anni), ispanico-americana; l’altra, poco più che bambina, che ha lanciato nel mondo intero qualcosa simile a una rivoluzione… Entrambe hanno avuto la capacità di rendere il messaggio ecologista così diffuso da risultare profondamente preoccupante per lo status quo, a partire dai più potenti detentori delle redini dell’economia (fossile)».

La Ocasio-Cortez proponendo con forza il New Green Deal, un piano che ha l’obiettivo di salvare il Paese dai cambiamenti climatici; la Thunberg iniziando a 15 anni a protestare contro il governo svedese affinché riducesse le emissioni di anidride carbonica e dando vita al movimento giovanile mondiale Fridays for future.
Il libro si chiude riservando un capitolo alla «sempre giovane» Jane Fonda, 82 anni, che ci ha dimostrato che non è mai troppo tardi per le buone idee. La forza di questo libro, come afferma nella postfazione Daniela Ducato, imprenditrice green, è l’aver messo a fuoco tanto l’autorevolezza delle protagoniste, quanto la coralità di azione che tutte, in modi diversi, sono riuscite a innescare, costruire, alimentare.