Una classica storia (afro)americana. Accade che un misconosciuto e anziano bluesman originario della Louisiana, Robert Finley, venga scoperto da un patinato nome del rock, Dan Auerbach, il quale innamorandosi delle sue qualità artistiche, ne cura la produzione di una insperata avventura discografica. Il risultato è Goin’ Platinum!, che esce per la Easy Eye Records, etichetta del leader dei Black Keys. Auerbach non è nuovo a questo tipo di operazioni, vedasi in passato l’omologa esperienza con il crooner di Detroit Nathaniel Mayer. Nei dieci brani si svela al mondo il talento vocale di Finley. Capace di creare un empatia meravigliosa, muovendosi con disinvoltura tra blues e r’n’b. C’è spazio sia per i ritmi giocosi di Get it while you can che per la ballad strappa lacrime di Complications. Il cantante ha avuto una vita burrascosa, trascorsa tra mille lavori e esperienze musicali diverse, che l’hanno portato in Europa assieme all’esercito statunitense e nei juke joint del profondo Sud, fra la sua gente. Il tutto, sublima nella splendida Three Jumpers.