Piccolo manuale per cercatori di conchiglie
Piccolo manuale per cercatori di conchiglie
ExtraTerrestre

Storia, preistoria, miti e favole pop dei fantastici gusci in fondo al mare

Meraviglie della natura Piccolo manuale per cercatori di conchiglie. Il Saggiatore (euro 14,25)
Pubblicato 2 mesi faEdizione del 18 luglio 2024

Il Saggiatore per l’estate 2024 pubblica un testo formato taccuino, con illustrazioni piacevoli e certi riquadri bianchi lasciati per i commenti che lo potrebbe far sembrare il libro delle vacanze; se non che il volumetto si costituisce, nel titolo, quale Piccolo manuale per cercatori di conchiglie, ma è più di questo; innanzitutto non è affatto piccolo, o lo è come può esserlo un esemplare di Turritella, la Torre di Babele delle conchiglie, che in un cm di guscio conico avvita fino a 30 spirali, vortici che raccolgono tracce della storia dell’umanità, ché il gasteropodo in questione vive e lotta insieme a noi da 18 milioni di anni fa mostrando capacità di adattamento evolutivo uniche.

TUTTE QUESTE INFORMAZIONI sono dispensate dal libro, curato da un brillante team di autori, che riescono a dare smalto e poesia a un tema potenzialmente soporifero, addentrandosi per fuori pista più lunghi e articolati della traccia principale del saggio. Diciannove conchiglie raccontate in ordine alfabetico dall’Abalone alla Vongole di cui subito in premessa si chiarisce la duplice natura di fossili e oracoli del mare, perché capsule del tempo capaci di fare immaginare il futuro, e particelle del linguaggio attraverso cui la massa di acqua salata ci parla.

LA DIMESTICHEZZA degli autori con l’approfondimento enciclopedico è chiaro ad ogni incipit di voce dove sono ricamati affascinanti preamboli di tono storico, letterario, antropologico, con aneddoti di mare tratti dai libri di viaggio di Fosco Maraini, incursioni nell’Eneide di Virgilio o nelle Metamorfosi di Ovidio con approdo all’heavy metal e al growl, il suolo gutturale ottenuto vocalizzando nel bocchino degli strumenti a fiato, che discendono in linea retta dalla Buccina, suonata anche dai vignaiuoli nel Barone Rampante di Calvino.

IL RITRATTO DEI GUSCI degli invertebrati è rinchiuso dentro un francobollo, in piccole accurate illustrazioni che accompagnano la descrizione scientifica e dissertazione dotta e pop da cui si impara che la tenace patella (i denti con cui si aggrappa alla scoglio sono più resistenti della tela di ragno e paragonabili alle fibre di carbonio industriali) è capace di muoversi lasciando sulla pietra traccia circolare del suo percorso molto simile a una forma misteriosa di scrittura in cui effettivamente si legge la storia di un passaggio.

TRA LE CONCHIGLIE è annoverato anche il riccio, che non è una valva in senso stretto e che si scopre essere l’esoscheletro di organismo marino tra i più ricchi di simbologie: i suoi gusci sono stati rinvenuti come quelli di altri molluschi come corredo funerario in tombe preistoriche, la sua bocca a forma pentagonale rappresentava per i Catari i cinque sensi dell’uomo, e l’involucro tondo, che Plinio il Vecchio chiamava uovo di serpente, ne ha fatto un ambito amuleto e un ornamento ricercato.

NUMEROSISSIMI GLI AGGANCI tra mondo delle conchiglie e storia dell’arte: tutti hanno presente che Venere viene servita da Botticelli, in una delle tele universalmente più note, su una cappasanta, conchiglia capace di fuggire a valve levate – quando le stelle marine, ebbene sì, minacciano di divorarle- grazie all’idropropulsione data dal loro aprirsi e chiudersi; altro quadro popolarissimo, La Ragazza con l’orecchino di Perla, di Veermer, deve la sua fortuna al frutto della conchiglia, i ricci di mare erano carissimi a Picasso, la vongola del New England è stata immortalata da Andy Warhol nella zuppa in lattina della Campbell. Per tacere, in tema di visioni commerciali, dell’iconografia da pompa di benzina targata Shell.

NON MANCANO NEL TRATTATO digressioni sonore, matematiche e culinarie: le telline erano predilette da Fellini sopra le bruschette preparate dai ristoranti dei locali del litorale laziale (della spiaggia di Passoscuro, segnatamente). Le ostriche sono predate dal Tricheco di Alice nel Paese delle Meravigliee e forse il piatto preferito di Melville non era la zuppa di vongole, ma Ismaele e il ramponiere Queequeg ne mangiano di gusto, prima di mettersi in viaggio. Di certo i due, e il loro Autore, ignoravano che il grande cetaceo cui si accingevano a dare la caccia per 135 capitoli, capace di vivere cinquant’anni era ed è un pivellino rispetto alla Vongola Artica capace di superare i cinque secoli di vita.

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