Della cosiddetta «quarta trasformazione», tanto cara al governo di Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo, non è rimasta praticamente alcuna traccia. Lo indica bene l’ostinazione con cui il governo persegue i suoi faraonici progetti in piena pandemia, nel totale disprezzo della salute della popolazione, malgrado il Messico già figuri come il secondo paese latinoamericano con il più alto numero di morti (più di 25mila), dietro al solo Brasile.

Sul Tren Maya – contestissimo progetto di linea ferroviaria chiamato a collegare le principali aree turistiche del Sud del paese – il presidente dovrà tuttavia rassegnarsi ad aspettare. Dopo un tira e molla giudiziario, con show di Amlo all’inaugurazione dei lavori per la costruzione del tratto di 257 km tra Cancún e Izamal, la giudice Lucía Anaya Ruiz ha accolto la richiesta del popolo Maya Chol di tre comuni interessati. Determinando la sospensione definitiva di «qualunque opera che non sia di puro mantenimento delle vie già esistenti», per l’intero periodo di emergenza sanitaria.