Niente «fast track» per Obama e i trattati commerciali con Asia ed Europa (Tpp e Ttip). Il senato americano, con il determinante voto democratico, ha negato al presidente la possibilità di procedere rapidamente alle negoziazioni, intimando uno stop clamoroso. Emerge così in piena luce la clamorosa battaglia interna al partito, come non si vedeva da tempo. Gli accordi del Tpp e del Ttip sono sottoposti a critiche tanto da parte dei democratici, quanto di parlamenti e società civili europei. I repubblicani, al contrario, chiedono che le trattative procedano spedite, specie quelle asiatiche che, non a caso, terrebbero fuori dall’accordo commerciale proprio la Cina.
Il risultato dell’opposizione, realizzatosi nella giornata di martedì, ieri ha avuto altre ricadute. Non pochi hanno sottolineato il silenzio della futura candidata alla presidenza, Hillary Clinton. Impegnata a guadagnare terreno con l’elettorato che secondo i sondaggi avrebbe permesso la vittoria a Obama, ovvero quello «liberal» – la candidata democratica sta provando a tenere un basso profilo, senza sbilanciarsi a sostegno del presidente e di un accordo il cui negoziato è stato da lei stessa avviato ai tempi in cui era segretario di Stato.

Anche perché quel target di riferimento, non sembra particolarmente ispirato dalla sua candidatura.

Tanto più – come scrivono le agenzie di stampa – che nella faida interna tra presidente e democratici – ad aggiudicarsi il primo round è stata proprio Elizabeth Warren, l’economista anti-Wall Street ora senatrice del Massachussets che molti vorrebbero avversaria di Hillary nelle primarie. La sintonia politica tra Obama e la sua ex consigliera economica, ispiratrice della riforma di Wall Street che impone restrizioni alle banche e maggiori protezioni per i consumatori, appare in questi giorni una cosa lontana. «Su molte cose io e lei siamo profondamente d’accordo, ma su questa, però, i suoi argomenti non reggono», ha detto Obama in una recente intervista, affermando poi che la Warren «si sbaglia». Da parte sua, la democratica continua ad apparire in tv per accusare il presidente di non aver permesso ai senatori di leggere la bozza dell’accordo prima di votare: «ci chiede di votare per velocizzare un accordo che è stato in gran parte già negoziato, ma rimane segreto»