«Sul decreto sicurezza c’è un problema politico serio», dice a sera Matteo Salvini mettendo a verbale l’ennesimo scontro con gli alleati 5 stelle. A far infuriare il ministro dell’Interno questa volta è stata la decisione presa dai presidenti delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera, dove procede l’esame del provvedimento – di dichiarare inammissibili otto emendamenti della Lega che riguardano le forze dell’ordine e uno che accelera le espulsioni dei migranti condannato per aver commesso un reato. Alla fine sei emendamenti riescono a passare ì, ma ne restano fuori de che riguardano l’aumento da 4 a 7 euro dei buoni pasto per i poliziotti e altre norme riguardanti le forze dell’ordine oltre a quello sulle espulsioni.

Lo scontro provoca anche un botta e risposta tra Salvini e il presidente della Camera Roberto Fico, accusato di bloccare gli emendamenti. «Mi auguro che non ci sia una parte dei 5 Stelle che tifa per l’antipolizia», attacca il leghista. Provocando la risposta secca da parte degli uffici di presidenza della Camera «Spiace la confusione del titolare del Viminale riguardo al funzionamento delle camere», è la replica in cui si ricorda che il giudizio di ammissibilità degli emendamenti spetta ai presidenti delle commissioni e non a quello della Camera. E poi l’affondo:« Se il ministro avesse avuto a cuore davvero le forze dell’ordine gli sarebbe bastato inserire le misure già nel decreto».

A un certo punto ci prova anche il sottosegretario Sibilia a riportare la pace assicurando che non esiste «nessun problema politico, siamo pronti a qualsiasi soluzione», ma non serve. La seduta viene sospesa e rimandata alle 12 di oggi, sperando che nel frattempo i due contendenti si siano messi d’accordo. Quello che è certo è che l’arrivo in aula del decreto, inizialmente previsto per il 15, sembra ormai destinato a slittare.