È il 10 luglio 1943 quando prende il via l’operazione Husky che porterà la guerra sul suolo italiano. A 70 anni di distanza dagli avvenimenti dello sbarco in Sicilia, la fondazione Gruppo Credito Valtellinese promuove la mostra storica Phil Stern – Sicily 1943 con le immagini in bianco e nero del fotografo americano. I critici cinematografici ricordano Phil Stern come il fotografo dei divi degli anni ’50: da amico personale di James Dean a cantore del fascino di Marilyn Monroe. Ma Stern (classe 1919), ancor prima della mondana frequentazione hollywoodiana, ha attraversato una giovinezza a dir poco movimentata. Arruolatosi nel corpo dei ranger dell’esercito Usa in piena Seconda guerra mondiale, viene ferito in Tunisia nel corso dei combattimenti che si concludono con la liberazione del Nord Africa. Da lì, in veste di fotoreporter e corrispondente per le riviste delle forze armate, s’imbarca con le truppe d’invasione anglo-americane alla volta della Sicilia.
Ospitata presso la galleria del Credito Siciliano di Acireale (fino all’8 settembre), la mostra è una documentazione puntuale degli avvenimenti incalzanti, e della massima rilevanza per le sorti del paese in guerra, che si susseguono nei due mesi del ’43 compresi fra lo sbarco in Sicilia e l’annuncio dell’armistizio italiano. Le cui date vengono fatte corrispondere con i giorni di apertura e di chiusura della mostra. Di Phil Stern, ferito anche in Sicilia, sono riprodotte 70 fotografie di grande formato. A queste si aggiungono altre 100, di taglio documentaristico, provenienti dagli archivi storici dell’Imperial war museum di Londra e realizzate dai combat cameraman dell’esercito alleato. Un video-documentario informerà i visitatori su quelle travagliate vicende delle quali fa da sfondo il nostro paese. Si è aspettato che diventasse un anziano signore quasi 94enne per dedicargli, con Sicily ’43, la prima ampia monografia come fotografo di guerra. Uno straordinario spaccato giovanile del reporter (newyorkese del Bronx) che rischiava di essere dimenticato, sopraffatto dalla notorietà raggiunta nella successiva attività fotografica alla quale approda grazie al cinema, come fotografo di scena in alcune produzioni. Fra queste, merita una menzione soprattutto la collaborazione a Citizen Kane (Quarto potere, 1941) di Orson Welles. Il rapporto con il mondo della celluloide, interrotto dalla guerra, viene ripreso negli anni magici – i Cinquanta – dello star system americano, con alcuni ritratti fotografici che eternano divi (oltre a Dean e la Monroe) come Marlon Brando, Elizabeth Taylor, Frank Sinatra.
Gli avvenimenti raccontatici con le cruente immagini del 1943 invitano alla rilettura di una pagina di storia che vede l’Italia al centro delle strategie generali del conflitto: lo sbarco sulle coste meridionali della Sicilia rappresenta l’abbrivio dell’attacco all’Europa, da parte degli eserciti alleati, tenuta sotto il controllo dei nazi-fascisti. In Sicilia Stern mostra mestiere di fotografo e coraggio di soldato. È così che, a seguito delle ferite riportate nello scacchiere del Mediterraneo, verrà rimpatriato con decorazioni al merito di guerra. A meno di 25 anni di età, ha davanti una carriera da fotografo ancora tutta da svolgere. La sua produzione troverà spazio su riviste del livello di Life, Collier’s, Look: il gotha della stampa periodica dell’epoca.
Oltre che un’importante rassegna di fotografia, Sicily 1943 offre l’opportunità di rendere edotto il grosso pubblico, spesso digiuno di avvenimenti storici, su fatti cruciali nel corso del Novecento. Due armate, la VII statunitense e la VIII britannica, vengono imbarcate nei porti nord-africani e col supporto di 300 navi da guerra attraversano il Mediterraneo per sbarcare sui litorali siciliani fra Licata e Siracusa (è la stessa rotta che mezzo secolo più tardi cominceranno a seguire i maghrebini in fuga da conflitti locali e carestie). Sull’isola, che è difesa da circa 250mila soldati italo-tedeschi, si fanno le prove generali del famoso sbarco in Normandia del giugno 1944. Saranno impiegate poco più di cinque settimane per conquistare le città, raggiungere Messina ormai demolita dai martellanti bombardamenti aerei e impadronirsi dell’intera isola, prima di avviare la lenta risalita dello stivale. Non è stata una passeggiata per i liberatori che lasciano sul terreno 6000 morti. Gli americani entrano in Europa dalla porta più a sud, la Sicilia: non ne usciranno mai più. Intanto cade il fascismo, quel che rimane dell’esercito italiano è in rotta da tutti i fronti e la resa incondizionata firmata in gran segreto proprio in Sicilia si avvicina a passi spediti. Il peggio per l’Italia, nella guerra che comunque continua, deve ancora arrivare.