Non capita spesso di vedere a teatro qualcosa che abbia origine dalla scrittura di Stephen King. Ora Filippo Dini, ormai affermato come uno dei migliori attori e registi italiani, porta in scena uno di quei capolavori, adattato per il palcoscenico da William Goldman. Si tratta di una storia resa celeberrima anche dal cinema, Misery (dopo le repliche alla romana Sala Umberto, ora al Gobetti di Torino, in una coproduzione di Teatro Due di Parma con due «nazionali», Genova e Torino). La storia è quella dello scrittore che su di lei ha scritto un’intera collana, e che dopo uno spaventoso incidente viene raccolto e «amorevolmente» curato da una sua accanita lettrice, tanto dedita, quanto maniacale, che lo sequestra, costringendolo a far resuscitare il personaggio. Sulla scena girevole (di Laura Benzi) è la casa di tutte quelle cure maniacali a ruotare, assieme al destino dello scrittore. Come in molti gialli da palcoscenico (anche a prescindere dalla scrittura di King, e Agatha Christie compresa), il finale si prospetta presto come ineluttabile, anche se poi smentito da un controfinale molto americano. I due protagonisti danno entrambi una prova eccellente: sia lo scrittore (Filippo Dini appunto)benché ingessato e immobilizzato per l’incidente, quanto la terrifica dolcezza di Arianna Scommegna. Per vederli vale davvero la pena di chiedersi se Misery debba o no morire.