Fantascienza e paesi dell’est sono un interessante binomio che ha messo a punto elaborati dispositivi di fuga. Dai numerosi film in cui si costruivano congegni per volare alla costruzione di veri e propri universi paralleli, il genere si è servito di una avanzata tecnologia artigiana messa a punto anche dall’animazione, particolarmente nel cinema ceco. Il Fantafestival (2-6 giugno 2021, al Nuovo Cinema Aquila di Roma e online) rende omaggio nel centenario della nascita, allo scrittore polacco Stanislaw Lem, autore di Solaris reso celebre da Tarkovskij, in collaborazione con l’istituto polacco di Roma. Oltre ai cortometraggi ispirati ai suoi racconti e all’intervento online di Monika Wozniak, docente della Sapienza, sarà presentato al festival Ikaria XB1 (1963) del regista ceco Jindrich Polak restaurato pochi anni fa e tratto piuttosto liberamente da La nube di Magellano, scritto insieme a Pavel Juracek (censurato per sempre perché il regime mise fine alla sua carriera dopo il 1970).

Fu un film malvisto nel suo paese, ma tollerato perché comprato in almeno quaranta paesi, un dato che ha poi sempre accompagnato la carriera di Polak con il successo con cui venivano accolti i suoi film per ragazzi dal Clown Ferdinando a Mr. Tau. L’irritazione del regime nasceva dall’intreccio di Ikarie XB1 astronave in missione verso Alfa Centauri, un viaggio esplorativo con il desiderio di conoscere mondi diversi e scoprire una vita aliena, fuori dai confini e problematiche da lasciarsi alle spalle. Tutto questo aveva un tono di ribellione e si aggiungeva agli sberleffi della nova vlná. Anche Polak come gli altri registi del cinema nuovo aveva acquistato uno speciale sguardo alla scuola del veterano Otakar Vavra, era stato suo assistente e poi assistente di Kadar e Klos tra i primi ad essere censurati. Il motivo per cui il film alla fine fu accettato dipese da un episodio in cui si vedono gli americani intenti a preparare la guerra nucleare. Inoltre si voleva partecipare, almeno artisticamente, alla corsa per la conquista dello spazio (il film fi presentato in contemporanea con l’impresa di Valentina Tereskova)

In seguito Polak ha realizzato, oltre alla serie televisiva Visitors, un altro film in programma, Zítra vstanu a oparím se cajem (1977, Domani mi alzo e mi scotto con il té) in tono da commedia. Da un racconto breve dello scrittore Josef Nesvadba che ha ispirato tanti altri film cechi partecipando anche alle sceneggiature (come La morte di Tarzan, 1962 o Il pazzo di Xeenemunde 1962) si svolge in un futuro quando i viaggi nel tempo sono diventati passatempo turistico. La società praghese Universum organizza viaggi nel passato, e ne vogliono approfittare tre nazisti che decidono di recarsi nel 1944 per aiutare Hitler a vincere la guerra con una bomba all’idrogeno rubata al museo e cambiare così il corso della storia. Ma il mattino della partenza il gemello Jan si scotta con il té, Karel si soffoca con una brioche e Jan parte fingendosi il gemello nazista. Oltre al fatto che il terzetto arriva qualche anno prima del previsto e nessuno li prende sul serio.

Per completare la retrospettiva fantascientifica dei paesi dell’est non poteva mancare Sex Mission di Juliusz Machulski dell’84, un cult in Polonia come campione di incassi: due volontari, uno con il gusto dell’avventura (Jerzy Sthr) l’altro perché biologo (Olgierd Lukaszewicz), accettano di farsi ibernare per tre anni, ma qualcosa va storto e si risvegliano nel 2044 in un’era post nucleare in cui vivono e si riproducono artificialmente solo le donne che hanno il potere assoluto e costringono la popolazione a non uscire all’esterno per paura della contaminazione. Commedia «demenziale», il film ammicca al coté maschilista dei paesi comunisti (a dispetto dell’uguaglianza raggiunta) con le sopraffazioni delle donne infine sconfitte, ma sbeffeggia anche le prescrizioni cattoliche facendo grande uso di corpi discinti di ventenni in fiore, con tute militari di cui facilmente si liberano e lancia un sardonico accenno al regime che tiene tutti confinati nel paese, lontano dai pericoli del capitalismo. Era appena iniziata l’epoca del cinema di Solidarnosc, Wajda era stato ai cancelli di Danzica con L’uomo di ferro, Kieslowski non aveva girato ancora il Dekalog, ma aveva appena realizzato il Cineamatore con Jerzy Stuhr il volto nuovo del cinema polacco che interpreta l’uomo qualunque di Sex Mission. Machulski, faceva nettamente parte della nuova generazione che non aveva più niente a che fare con i grandi temi storici o di inquietudine morale tipici del cinema polacco: in moviola aveva La stangata, a scuola aveva visto tanto cinema americano e sapeva padroneggiare la sua nota personale di humour. Lo abbiamo incontrato quando aveva appena realizzato con successo il suo esordio, il gangster film Vabank interpretato dal padre Jan, grande attore teatrale e regista. Si preparava a girare, raccontava, un film di fantascienza «sociale».