Sono mesi che Stefano Parisi prepara con cura la sua Leopolda. C’è un ex capannone industriale in zona navigli ribattezzato Spazio MegaWatt che ospita la convention “Energie per l’Italia”, luogo anomalo, zona “trendy”, titolo da rivedere, ci sono stampa e tv mobilitate per registrare la lieta novella della “scesa in campo” (che non ci sarà) e c’è il pubblico, duemila persone in rappresentanza del bel mondo liberale che sarebbe in attesa di rimboccarsi le maniche del doppio petto per un nuovo progetto politico.

In una platea rumorosa e distratta – “se dovete chiacchierare andate fuori”, si è spazientito il padrone di casa – dovrebbero brillare il figlio di un noto sondaggista, il portavoce del family day, un’antropologa musulmana fuoriuscita dal Pd, rappresentanti di Comunione e Liberazione, molti imprenditori, uomini d’affari, vari personaggi del sottobosco ultrà neoliberista che agiscono in associazioni e fondazioni e politici noti obbligati per una volta a mantenere un basso profilo (Formigoni, Gelmini, Lupi, Albertini, Miccichè, Scajola). Poi, soprattutto, la mitica “società civile”. Tutti, su suggerimento dello stesso Parisi, sono stati invitati a versare un contributo – “ci autofinanziamo”. C’è l’Iban. Gli interventi sono brevi, il microfono passa di mano in mano, servirebbero idee nuove per rianimare il centrodestra. Gli applausi per ora sono pochi. A dare un senso a queste due giornate (domani si chiude), tavola rotonda con alcuni direttori: Lucia Annunziata, Luciano Fontana, Maurizio Molinari e Maurizio Belpietro. Stefano Parisi gode sicuramente di ottima stampa.

E’ il suo momento ma lui continua a fare il falso modesto. Dice di non sapere cosa farà da grande, eppure quando prende la parola per rendere omaggio all’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi ha già l’eloquio di un presidente del Consiglio. Dall’altra parte del mondo, a Pontida, dove si tiene il 27esimo raduno leghista, tra reminiscenze di ampolle magiche, tricolori secessionisti e polentate alcoliche, gli fa eco il suo potenziale alleato padano con un meno solenne “Ciampi è uno dei traditori dall’Italia e degli italiani”. Polemiche con Salvini? Non è giornata. Ma non sarà una passeggiata ritrovare il collante per costruire “una comunità politica nuova alternativa al centrosinistra”, come promette l’ex manager. Giovanni Toti, l’altra scommessa perdente di Silvio Berlusconi, proprio ieri era a Pontida per consolidare l’asse con la Lega: “Se qualcuno vuole portare un bicchiere nel mare del centrodestra ben venga, non esistono però due centrodestra ma uno solo”. Il capo della Lega è stato più esplicito, fa parte del gioco, le elezioni non sono dietro l’angolo: “Il centrodestra mi dà l’orticaria. Parisi ha scelto il lato del marciapiede sbagliato. Auguri”.

Stefano Parisi continua a ribadire di non voler fare il leader, però ormai è chiaro che si è auto assegnato l’incarico di “creare un’alternativa di governo liberale, affidabile e forte che sia in grado di dare soluzioni programmatiche all’Italia”. Non è un percorso in discesa ma Berlusconi di lui si fida, sa che è abbastanza accorto da poter convincere i colonnelli di Forza Italia che proprio non lo sopportano. Tesserà la tela e magari un giorno troverà un’intesa anche con il suo alleato più ostile, Matteo Salvini. Del resto lo ha già fatto a Milano, alle ultime elezioni comunali di giugno, quando una sconfitta di misura lo ha trasformato nell’astro nascente del centrodestra italiano. Parisi non attacca direttamente quei politici “che hanno perso milioni di voti”, non può ancora permettersi di rottamare nessuno, però gradisce mantenerli a una certa distanza e chiede di “riportare la gente vicina alla politica”. Intanto il Corriere della Sera, come scrive il direttore Fontana, si è già avvicinato per conto suo: “L’Italia ha bisogno di spirito di impresa anche in politica, e questo Stefano Parisi è in grado di assicurarlo, ma soprattutto di un gruppo dirigente in sintonia con il diffuso disagio economico e sociale”. Non basta, ma non è poco.

Lui ci crede, altrimenti questo spreco di “energie per l’Italia” non avrebbe senso (Parisi sta pensando ad altri eventi per testare il gradimento degli elettori). “Ciò che faremo in questi giorni è solo l’inizio. Ci sarà tempo e molto lavoro da fare in modo che nel giro di qualche mese avremo un vero programma di governo. Daremo un programma agli italiani perché si sentano sicuri e lo dico anche alle comunità internazionali, ai mercati, non è vero che in Italia c’è una sola alternativa, o Renzi o il caos”.