L’ospedale Pertini di Roma risarcirà la famiglia Cucchi con un milione e 340 mila euro per il danno conseguente alla morte di Stefano. L’intesa tra l’ospedale e la famiglia del geometra romano morto il 22 ottobre 2009 a causa delle percosse subite durante la custodia cautelare comporterà una conseguenza importante nel processo di appello, da fissare nei primi mesi del prossimo anno, dove la famiglia Cucchi contesterà la sentenza che ha assolto tre agenti della polizia penitenziaria e tre infermieri del Pertini. I Cucchi non si presenteranno come parti civili nei confronti dei medici, gli unici ad oggi condannati per omicidio colposo (cinque su sei). «Il risarcimento è limitato esclusivamente alla responsabilità sanitaria – ha detto Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi – L’obiettivo è avere giustizia non a metà, ma a 360 gradi. Per questo andremo in appello anche e soprattutto sulla posizione degli agenti per i quali con soddisfazione la procura generale ha chiesto alla Corte d’assise d’appello un giudizio completo e non limitato». Anche la procura generale, oltre ai Pm, ricorrerà in appello contro la sentenza di primo grado del 5 giugno scorso della Corte d’Assise di Roma. Si vogliono eliminare «eventuali dubbi» sulla configurazione dei reati e le condanne da infliggere. I Pm hanno chiesto di rivalutare fatti e reati e condannare tutti gli imputati. «Ci tengo a dire – ha ribadito Ilaria Cucchi – che abbiamo rifiutato somme più ingenti che ci avrebbero richiesto di interrompere il processo giudiziario per accertare le altre responsabilità. Quello che ci interessa è poter andare avanti. Se è vero che i medici hanno una responsabilità gravissima, è altrettanto vero che se Stefano non fosse stato vittima di quel pestaggio nei sotterranei di piazzale Clodio non li avrebbe mai incontrati».