Nelle ultime 24 ore, i nuovi casi di coronavirus sono stati oltre il doppio rispetto alla giornata precedente: 282 ieri contro i 129 di martedì. In diminuzione le vittime, solo 9 contro le 15 del giorno prima. Come si osserva da qualche giorno, gli spostamenti delle persone stanno redistribuendo i focolai su tutto il territorio nazionale.

La regione con più casi ieri è stata l’Emilia-Romagna (57), 6 in più della Lombardia e 20 più del Veneto. In Basilicata, fino a ieri una delle regioni meno colpite dalla pandemia, sono stati registrati 36 nuovi casi tra ieri e oggi.

Anche i 20 casi del trentino dipendono da nuovi focolai rilevati solo negli ultimi giorni, come quello di Rovereto in un impianto della Bartolini. L’azienda di spedizioni era già stata al centro di altri focolai in Emilia-Romagna. La provincia di Trento ha un rapporto tra casi e popolazione molto vicino a quello della Lombardia.

Circa dodicimila persone sono attualmente positive in Italia. Oltre la metà sono in Lombardia. Secondo l’assessore al welfare Giulio Gallera, duemila di loro sono “debolmente positive” ma non presentano sintomi ormai da tempo. Secondo le linee guida Oms, potrebbero essere dichiarate guarite, ma per l’Italia servono due tamponi negativi. Per questo Gallera protesta con il ministero della salute: «ho inviato una nuova nota affinché ci vengano fornite linee guida aggiornate alla situazione attuali», spiega l’assessore.

Nel frattempo si avvicina la scadenza del 31 luglio per lo stato di emergenza, che potrebbe essere prorogato dal governo per snellire le procedure per l’acquisto di kit diagnostici, mascherine e banchi di scuola. Tra i dissensi nella stessa maggioranza e la promessa di un voto in parlamento, il governo si è riunito in serata per una proposta condivisa su un prolungamento limitato a pochi mesi.