I lavoratori della sanità, del pubblico impiego e della scuola sono pronti a un autunno «caldissimo», dopo che il consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al regolamento che proroga al prossimo anno il blocco della contrattazione e degli scatti degli stipendi. I contratti sono congelati da fine 2009, e questa nuova scadenza decisa dal governo – che afferma di non avere le risorse per gli adeguamenti – porta il blocco a una durata di 5 anni.

«Siamo pronti a tutte le iniziative di mobilitazione fino allo sciopero generale», dichiara il segretario generale della Flc Cgil Mimmo Pantaleo. «Se il governo non provvederà tempestivamente ad affrontare e risolvere questo nodo – aggiunge Francesco Scrima, Cisl Scuola – è molto difficile immaginare un avvio di anno scolastico privo di tensioni». «Ci attendiamo una convocazione dall’esecutivo», dice il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna.

L’Usb invece uno sciopero generale lo ha già proclamato, il 18 ottobre, come Cobas e Cub: «I lavoratori pubblici non ci stanno a essere rosolati a fuoco lento, dunque scenderanno in piazza – spiegano all’Usb – Di caldo ormai non c’è solo l’autunno, ma l’intero anno». Tutti i sindacati della scuola sono comunque sul piede di guerra: la scelta del governo è ritenuta «inaccettabile» anche dagli iscritti al Gilda.

Anche i medici si preparano a protestare: «Incurante della protesta della sanità e dello sciopero dei medici e dirigenti sanitari del 22 luglio scorso, il governo ha confermato il blocco delle retribuzioni per il 2014. Aggiungendo, non senza ipocrisia, che questo “consente di aprire da subito i tavoli per i rinnovi contrattuali”, dimenticando che nemmeno ha individuato le aree di contrattazione», afferma il segretario di Anaao Assomed, Costantino Troise.

E se il Cocer chiede un tavolo al ministero della Difesa per i tagli che colpiscono (perfino) i carabinieri, l’Anief-Confedir calcola che il blocco farà perdere agli stipendi «cifre medie che variano sui 6-7mila euro, per arrivare a 25 mila per i medici e fino ai 60 mila per i dirigenti statali».