Era quasi certo, anche se in molti pensavano a una condanna più pesante di ventiquattro mesi. Il Milan è per un anno fuori dalle coppe europee, senza multe ed altre sanzioni. Sono le decisioni prese dalla Camera giudicante dell’Uefa a Nyon nella sentenza sulla violazione del fair play finanziario del club rossonero per il triennio 2014-17,  arrivate dopo una lunghissima attesa e con una formula che è parsa non molto chiara. “La camera giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario per Club (CFCB) – si legge nella sentenza Uefa -, presieduta da José Narciso da Cunha Rodrigues, ha preso una decisione sul caso AC Milan a seguito del rinvio del responsabile della camera di investigazione CFCB per la violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule). Il club non potrà partecipare alla prossima competizione UEFA per club a cui è qualificata nelle prossime due (2) stagioni (una competizione sola nella stagione 2018/19 o in quella 2019/20, in caso di qualificazione). Contro questa decisione è possibile presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, secondo l’Articolo 34(2) del regolamento procedurale che governa l’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA, e secondo gli Articoli 62 e 63 degli Statuti UEFA”.

Bizzarra formulazione, visto che il Milan ha sul campo conquistato la qualificazione diretta nel campionato concluso a maggio. Stante la decisione della commissione Uefa, in questo momento ‘a festeggiare’ sono l’Atalanta, il team bergamasco di Gasperini accede direttamente ai gironi evitando l’insidia dei preliminari, e la Fiorentina, classificatasi ottava, che affronterà al posto degli orobici i preliminari.

Ma la vicenda in realtà non è ancora arrivata a una conclusione, il Milan farà immediato ricorso al Tas di Losanna che potrebbe ribaltare la sentenza. E proprio in vista di un nuovo grado di giudizio che l’Uefa potrebbe aver deciso di formulare in maniera criptica il dispositivo, in relazione a possibili sospensivi del Tas e di non multare il club, forse in previsione  di un più che probabile passaggio di proprietà.

Quanto mai ingarbugliate sono anche le trattative relative al passaggio della società dal gruppo cinese al proprietario del Cosmos Rocco Commisso, dove si procede a strappi: a improvvise aperture fanno seguito irrigidimenti su entrambi i fronti. L’unica certezza è che il presidente Yonghong deve trovare i 32 milioni necessari all’aumento di capitale, un’impresa quasi impossibile che lo costringerà in un modo o nell’altro a passare di mano. Si attendono sviluppi nei prossimi giorni.