Cara Michelle Obama,

mi rivolgo a te come una madre che si preoccupa per un’altra madre. Ero fiera di te quando hai parlato con tanta eloquenza delle vostre figlie, di quanto siano preziose, della necessità che siano rispettate e tutelate. Il tuo discorso è stato una meraviglia per il mondo intero.

Ci sono ragazze dell’età delle tue figlie e di mia nipote che stanno rischiando la vita nella riserva dello Standing Rock. Sono coraggiose e pazienti. E andrebbero difese dai venti del Nord Dakota, dai proiettili di gomma, dallo spray al peperoncino e dai cannoni ad acqua gelida. I bambini nativi americani non lottano solo per le loro terre sacre, ma per le loro vite. Prova a immedesimarti. A pensare che siano figli tuoi.

Da una parte ci sono gli abitanti della riserva che lottano disarmati per tenere fuori gli interessi petroliferi dalla terra sacra, dall’altra la polizia militarizzata, con il suo schiacciante potere.

Plaudo al coraggio di questi eroi come a quelli del nostro passato, come Martin Luther King e Gandhi. Non credo che il presidente Obama voglia essere ricordato per la sanguinosa repressione a Standing Rock. Né per essere stato complice del razzismo e dei massacri della polizia.

Tuo marito ha ancora un po’ di tempo. Prima di andar via deve prendersi cura dei nostri bambini nativi americani, deve fermare i sanguinosi scontri in corso a Standing Rock. Deve ribadire il suo impegno a favore dell’ambiente, e una volta per tutte, porre fine alla costruzione del Dakota Access Pipeline.

Ti auguro di mantenere la forza nel vostro ultimo periodo alla Casa Bianca. Non puoi immaginare quanto ci mancherai.

Con grande affetto e rispetto,

Joan Baez