In treno sulla rotta Napoli-Roma alla ricerca dello sfidante di Antonio Bassolino alle primarie per le comunali di Napoli: il Pd partenopeo passa da una riunione locale a un briefing al Nazareno. Ma la quadra non si trova. «Ci ridurremo alle ore 12 dell’ultimo giorno utile» scherzano fonti interne. A Matteo Renzi non piace la candidatura dell’ex sindaco ed ex governatore (17 anni di governo locale ininterrotto fino al 2010). Per il segretario rottamatore sarebbe difficile digerire l’accoppiata Vincenzo De Luca-Antonio Bassolino, anche se entrambi si professano renzianissimi.
L’affannosa ricerca di un esponente della società civile non ha prodotto i risultati sperati. L’ultimo nome rimasto in campo è Riccardo Monti: presidente dell’Ice, l’Agenzia per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, è amico dell’europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello, che propose il suo nome come candidato di destra alle prossime comunali, tanto da organizzare un incontro con Silvio Berlusconi, saltato per la contrarietà di un pezzo di Fi, già in campo per l’imprenditore Gianni Lettieri. Monti è anche amico dell’ex ministro Corrado Passera: fu lui a volerlo all’Ice, ai tempi del governo del Monti più famoso, Mario. Un’Agenzia, per altro, finita nel mirino di tutte le spending review, dai tempi di Giulio Tremonti nel 2011 fino a Carlo Cottarelli nel 2014, ma sempre salvata dalla politica.
La candidatura Monti è sponsorizzata dal capogruppo Pd in regione, Mario Casillo, e dal governatore De Luca, alle prese con una nuova grana giudiziaria: ieri ha ricevuto un avviso di garanzia per falso in atto pubblico per una variante al progetto di piazza della Libertà, quando era sindaco di Salerno. Con Monti in campo, le correnti dem ritirerebbero i loro candidati politici, ma a Roma non sono convinti: benché napoletano, in città non è conosciuto. Il rischio è ripetere l’errore del 2011, produrre cioè un nuovo Mario Morcone, finito fuori dai giochi al primo turno. Monti avrebbe chiesto un posto a Roma da sottosegretario per attutire una probabile sconfitta elettorale. Ipotesi molto concreta, visto che la maggior parte dei sondaggi danno il Pd quarto.
L’alternativa è il candidato politico. Luca Lotti ha sondato Gennaro Migliore, ex Sel approdato tra i renziani; tra i papabili anche Enzo Amendola (che preferirebbe però l’approdo alla Farnesina come sottosegretario agli Esteri). Il nome che circola con maggior insistenza è quello di Valeria Valente: quarantenne deputata della corrente Rifare l’Italia, che fa capo a Matteo Orfini, in ottimi rapporti con la ministra Maria Elena Boschi. Una carriera politica iniziata all’ombra di Bassolino, Valente potrebbe sottrarre voti all’ex mentore.
Una sua candidatura, però, provocherebbe la discesa in campo di Gianluca Daniele, consigliere regionale di Area riformista (la corrente di Guglielmo Epifani), che ha già raccolto 800 firme necessarie per partecipare alle primarie. Se si spacca il fronte degli antibassoliniani, la componente di Rifare l’Italia potrebbe allora decidere di convergere su Bassolino. Un pezzo di Pd potrebbe persino votare Lettieri: un candidato di destra, molto attento a presentarsi come leader di liste civiche, ma in buoni rapporti con Renzi.
Così proseguono le consultazioni, anche perché chi ha una sua base elettorale preferisce non bruciarsi in una partita molto complicata da vincere, ma lavorare per le politiche, quando ci saranno da decidere i posti nei collegi. Se il partito locale è in stallo, la campagna elettorale per adesso la fa il premier presentandosi a Pompei e Caserta, annunciando la bonifica di Bagnoli e gli insediamenti di Cisco e Apple a Napoli.
«In campo ci deve essere un candidato innovativo che sfidi Bassolino e guardi avanti, alla Napoli di Apple – commenta il renziano Luciano Crolla, responsabile comunicazione del Pd regionale -. Non si può evitare la battaglia, si deve gettare un seme per il futuro. Non si può sempre fare i renziani con i candidati degli alti. Se non si trova un nome unitario, allora primarie competitiva con tutte le differenti sensibilità in gioco, renziani inclusi. Costruiamo nella battaglia la classe politica di domani». L’unico che per adesso ha accettato la sfida, Bassolino, approfitta per ironizzare: «Attendo rispettosissimamente che ci sia qualche altro candidato alle primarie perché, tutto posso fare, meno che candidarmi da solo contro me stesso. Ricordo che si vota a giugno di quest’anno non dell’anno prossimo, come forse qualcuno crede».