Da «#famostostadio» a «#famostacatastrofe» il passo è breve. Con una battuta si potrebbe sintetizzare così l’atmosfera che aleggia attorno all’attesissimo (quanto probabilmente non risolutivo) incontro pervisto per oggi pomeriggio in Campidoglio tra la giunta penstastellata e i vertici della Roma che, insieme al costruttore Luca Parnasi, tenteranno di scongiurare lo stop alla costruzione del business park con stadio annesso nell’area di Tor di Valle preannunciato da Beppe Grillo.

DOPO IL TORMENTONE coniato dall’allenatore Luciano Spalletti, sui social network questa volta è una vera e propria ola di indignazione, quella che ha seguito il grido catastrofista e vagamente minaccioso del tycoon di Boston, James Pallotta. Il coproprietario e presidente della società, infatti, mercoledì, quando nell’incontro al vertice tra la sindaca Virginia Raggi e Beppe Grillo si cominciava a ipotizzare l’annullamento della delibera di pubblica utilità dell’opera, ritenuta illegittima da autorevoli pareri legali, aveva sentenziato: «Se non ci fosse un esito positivo sarebbe catastrofico per il futuro della Roma, per il calcio italiano, per la Capitale e per i futuri affari in Italia». D’altronde la rete di interessi e il giro di investimenti che gravitano attorno all’opera da quasi un milione di metri cubi di cemento sono tali da far sentire Pallotta in una posizione di effettivo potere, a Roma e in tutto il Paese.

Un grido rilanciato ancora ieri dal presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, in visita in Italia, che si è detto preoccupato della mancanza di infrastrutture: «Senza stadi non c’è sviluppo e non si riescono a organizzare competizioni importanti». E così il tam tam corre veloce tra i club di tifosi che si sono dati appuntamento oggi sotto Palazzo Senatorio.

SUI SITI GIALLOROSSI ci si sofferma di più, però, sulla battuta che Grillo avrebbe fatto davanti alle carte del progetto a Tor di Valle, zona soggetta a rischio idrogeologico come lo è tutta l’area limitrofa del Fosso di Vallerano: «Vogliono lo stadio a Tor di Valle? Ok. Basta vendere i biglietti della partita e allegarli a un salvagente. Dunque accatastare qualche migliaio di canoe e… nessuna paura». La giunta infatti, potrebbe oggi cercare di convincere i proponenti dell’opera a realizzare la cittadella e lo stadio in un’altra location. Ipotesi ritenuta subito «impossibile» – naturalmente – da Parnasi, proprietario dell’area.

Oppure, per evitare di arrivare allo scontro forntale, Raggi potrebbe chiedere a Baldissoni e a Parnasi di ridurre notevolmente le cubature. «Lo stadio si farà, sono in corso riunioni tecniche per trovare le soluzioni per farlo», garantisce il deputato Carlo Sibilia. Grillo conferma: «C’è un Ufficio dell’Urbanistica con gente in gambissima che presto darà delle risposte». L’ex assessore all’Urbanistica Paolo Berdini invece, intercettato dai giornalisti, si limita a dire: «Che disastro per Roma…». Senza ironia.