Sull’iter di approvazione del progetto del nuovo stadio della As Roma, inciampa anche Virginia Raggi. La sindaca di Roma resta indagata per abuso d’ufficio malgrado la procura avesse chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto dopo un esposto presentato nel giugno 2018 dall’architetto Francesco Sanvitto, un ex militante del Movimento 5 Stelle. Il gip Costantino del Robbio ha ritenuto che occorrano altre indagini prima di chiudere l’inchiesta che, per quanto riguarda la sindaca Raggi punta i fari in particolare sul mancato passaggio in Capidoglio della variante urbanistica. Atto senza il quale il progetto della cittadella di Tor di Valle rischia di finire stracciato.

Sembra infatti che il presidente della As Roma, James Pallotta, abbia posto la variante al Piano regolatore come precondizione per rilevare il progetto e i terreni dalla Eurnova, la società di Luca Parnasi, il costruttore arrestato il 13 giugno 2018 perché accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione allo scopo di realizzare il business park di Tor di Valle. Secondo il giudice per le indagini preliminari, «la modifica doveva andare in Consiglio comunale».

Ma secondo gli avvocati Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo, difensori della sindaca Virginia Raggi, «il passaggio in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione del progetto, dopo i rilievi della Conferenza dei Servizi e l’approvazione della variante urbanistica, fu all’epoca esclusivamente rimandata proprio per consentire a chiunque interessato, compresa l’associazione dal querelante Sanvitto, di proporre le proprie deduzioni».

Si decise, spiegano ancora i legali, «di applicare una procedura ordinaria a garanzia e nel rispetto della fase pubblicistica e nel rispetto di buon andamento dell’azione amministrativa, compreso il principio della partecipazione e trasparenza dell’azione amministrativa». Con l’arresto del costruttore Parnasi poi l’iter di approvazione venne sospeso perché «si rendevano opportuni ulteriori approfondimenti».

Dopo l’arresto del presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito, poi, la questione ha mandato in tilt la stessa compattezza del M5S romano. Tanto che quanto il pacchetto Stadio arriverà in Aula Giulio Cesare, nei prossimi mesi, con i documenti sulla convenzione urbanistica, la variante urbanistica e le controdeduzioni alle osservazioni dei cittadini su questo punto, l’assemblea potrebbe essere chiamata ad esprimersi nuovamente sull’interesse pubblico dell’opera. Sul quale dubitano in molti, sempre più anche tra i grillini.