In quali vesti, con quale incarico e contratto, con quali “regole di ingaggio” e con quale compenso l’avvocato Luca Lanzalone, allora presidente di Acea e ora agli arresti domiciliari, seguiva nell’ultimo anno per conto della giunta pentastellata la trattativa sul nuovo Stadio della Roma? Sono alcuni dei punti sui quali vogliono vederci più chiaro il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Barbara Zuin che ieri hanno richiamato di nuovo a Piazzale Clodio la sindaca di Roma Virginia Raggi.

L’hanno ascoltata per 45 minuti come testimone perché – spiegano fonti della procura capitolina – era necessario chiarire alcuni nuovi elementi emersi dalle indagini dopo la prima convocazione della sindaca, venerdì scorso, giorno nel quale si sono anche svolti gli interrogatori di garanzia per i nove arrestati tra i quali l’ormai ex presidente di Acea.

Il rapporto stretto tra Lanzalone e l’imprenditore Luca Parnasi infatti sarebbe, secondo gli inquirenti, al centro del sistema di corruzione messo in piedi dal proprietario dell’impresa Eurnova incaricata dalla A.S.Roma di costruire il business park di Tor di Valle. I due «procedono all’unisono elaborando insieme strategie che attengono al progetto», scrive la gip nei provvedimenti di arresto contro i quali gli indagati hanno fatto ricorso e sul quale si esprimerà il tribunale del riesame entro pochi giorni.

Non è invece tanto un problema della procura ma piuttosto del M5S individuare di chi sia la responsabilità della scelta di Lanzalone in quel ruolo chiave per la giunta pentastellata di Roma. E infatti ieri il ministro di Giustizia Alfonso Bonafede ha tentato (non in parlamento, in tv, come ha fatto anche Raggi) di scrollarsi di dosso l’immagine di chi impose dall’alto l’avvocato livornese. «Non ho nulla da chiarire, questa inchiesta non mi riguarda», ha detto davanti alle telecamere di Otto e mezzo specificando di aver presentato Lanzalone a Raggi, quando con Fraccaro era «nella squadra di coordinamento e supporto dei comuni governati dal M5S».

Ma, ha aggiunto, «lei poi ha scelto di avvalersene. Probabilmente Raggi, nel selezionare i curricula, ha preso in considerazione l’esperienza che Lanzalone aveva fatto nel suo percorso professionale». Ma naturalmente, in questo caso e solo in questo caso «non c’è responasabilità politica della sindaca Raggi».