Si va verso il processo per quindici persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione del nuovo Stadio della Roma. I pm di Piazzale Clodio hanno infatti chiesto per loro il rinvio a giudizio con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito.

Tra le 15 persone c’è l’imprenditore della Eurnova Luca Parnasi – a cui appartengono i terreni sui quali dovrebbe sorgere il business park di Tor di Valle – già sottoposto a misure sanzionatorie come l’obbligo di firma e di dimora, dopo che gli erano stati revocati gli arresti domiciliari scattati il 13 giugno scorso. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Barbara Zuin hanno chiesto il processo, oltre che per Parnasi, anche per alcuni suoi collaboratori (Luca Caporilli, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone, Simone Contasta) e gli ex esponenti politici della Regione Lazio Adriano Paolozzi e Michele Civita, il capogruppo di Forza Italia in Comune Davide Bordoni e il soprintendente ai Beni culturali Francesco Prosperetti. L’inchiesta nasce dalle indagini su Raffaele Marra, l’ex collaboratore della sindaca condannato per corruzione. Stralciato invece il filone sui finanziamenti ammessi dallo stesso Parnasi a fondazioni vicine a Pd e Lega e un esponente del M5S.

Non c’è dunque solo il mezzo «no» del Politecnico di Torino che nel suo parere sul progetto siglato nel 2017 dalla sindaca Virginia Raggi con il padron della società sportiva di James Pallotta ha messo in guardia sul rischio di far collassare definitivamente il traffico romano se prima non si realizzano alcune opere infrastrutturali propedeutiche alla costruzione della cittadella dedicata all’As Roma.

Secondo gli inquirenti, infatti, Parnasi aveva un ruolo apicale nell’associazione a delinquere che ha tentato di agevolare l’iter del progetto poi approvato in conferenza dei servizi e rivendicato dalla giunta M5S come una vittoria ’verde’ perché prevede l’abbattimento delle cubature (e delle infrastrutture viarie).