Un fiume in piena. Per due giorni e in undici ore complessive, il costruttore Luca Parnasi, ex ad di Eurnova, l’impresa che avrebbe dovuto costruire il nuovo Stadio della Roma, ha svuotato il sacco. «Ho pagato tutti i partiti», avrebbe detto in sintesi, secondo quanto riportato dal suo avvocato Giorgio Tamburrini, rispondendo finalmente alle domande dei pm che lo hanno ascoltato, su sua esplicita richiesta, nel carcere di Rebibbia.

Parnasi non aveva mia risposto da quando era stato arrestato, lo scorso 13 giugno, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e ad altri reati insieme a 5 suoi collaboratori (tutti in carcere tranne uno, ai domiciliari per aver da subito collaborato alle indagini).

Le ammissioni di Parnasi confermerebbero l’impianto accusatorio di un sistema corruttivo diventato un «asset di impresa» della stessa Eurnova. L’uomo avrebbe risposto anche riguardo al rapporto stabilito con Luca Lanzalone, e al ruolo che l’ex presidente di Acea avrebbe avuto, per conto del Campidoglio, nell’ambito delle trattative per l’abbattimento delle cubature nel progetto di Tor di Valle.

Non è chiaro chi siano «tutti i partiti» anche se nell’ordinanza del Gip si fa riferimento a 250 mila euro che Parnasi avrebbe devoluto all’associazione «Più Voci» vicina alla Lega, ai 25 mila euro dati a Palozzi (Pdl) e ad «una somma in contanti imprecisata» consegnata a Bordoni (FI). In una intercettazione il costruttore dice: «Spenderò qualche soldo sulle elezioni, è un investimento che devo fare, molto moderato rispetto a quanto facevo in passato… Però la mia forza è quella che alzo il telefono…». E in un altro passaggio: «Domani c’ho un altro meeting dei 5 Stelle, perché pure ai 5 Stelle gliel’ho dovuti dare».

Ieri con una nota i Radicali italiani hanno colto l’occasione per precisare che loro non hanno mai chiesto né ricevuto denaro da Parnasi. «Noi siamo del tutto estranei a questo tipo di meccanismi», scrivono.