Si farà, James Pallotta non deve per il momento preparare le valigie. Forse non lo vedremo ultimato entro il 2020 come pretende il magnate di Boston, ma lo stadio di Tor di Valle ha superato ieri il primo indispensabile passaggio. La giunta a 5 Stelle ha approvato la delibera che ridefinisce il pubblico interesse dell’opera «alla luce dell’adeguamento del progetto da parte dei proponenti A.S. Roma ed Eurnova», secondo l’accordo raggiunto tra la sindaca Virginia Raggi e il dg della società Mauro Baldissoni il 24 febbraio scorso.

La delibera proseguirà ora il suo iter nei due municipi interessati, il IX e l’XI, ai quali sarebbe stata trasmessa già ieri, stando a quanto riferito dall’assessore all’Urbanistica Luca Montuori, per poi approdare nell’Aula capitolina «entro il 14 giugno».

Il nuovo progetto dovrebbe mantenere le promesse: un «business park» ridotto nelle cubature di «oltre il 50%», l’eliminazione delle tre torri disegnate da Daniel Liberskind, «edifici a basso impatto ambientale realizzati con alti standard energetici, superamento del rischio idrogeologico ma anche il significativo miglioramento della mobilità e del traffico viabilistico di ingresso-uscita dal centro città con la garanzia che il mancato rispetto anche di una sola delle condizioni necessarie comporterà la decadenza del confermato pubblico interesse».

Previste poi una serie di opere per 120 milioni di euro, 5 dei quali andrebbero alla «tutela dell’ambiente» e alla «navigabilità del Tevere», e 10 per il ponte ciclopedonale tra la stazione ferroviaria locale e lo stadio, il bike park, l’area di bike sharing e l’«ampliamento della rete per la mobilità sostenibile». Altri 38 milioni per «l’unificazione della Via del Mare e della Via Ostiense»; 12 mln per la «mitigazione del rischio idraulico» e la messa in sicurezza del Fosso del Vallerano; 40 mln per i treni con cui potenziare la linea ferroviaria Roma-Lido; 14 mln per «la realizzazione del Parco Fluviale».