Il valore di borsa della As Roma era crollato nei giorni scorsi, quando il progetto pareva saltare, tra vincoli della soprintendenza e ondeggiamenti di Beppe Grillo in missione romana. Ieri, alla prima data utile all’indomani dell’annuncio dell’accordo per la costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle, il titolo è decollato.

Intanto, gli uffici del Campidoglio sono già al lavoro per scrivere la delibera sulla cementificazione dell’area. A quanto si apprende da fonti di Palazzo Senatorio, si tratterà di un testo che modifica quello precedente approvato dalla maggioranza di Ignazio Marino sulla pubblica utilità del progetto. L’atto, con le modifiche concordate venerdì con i proponenti e trionfalmente annunciate da Raggi, non arriverà in aula a brevissimo.

L’ACCORDO con il costruttore Parnasi e con la società calcistica non va giù ad un pezzo dei grillini. Venerdì scorso, la sindaca ha chiesto alla sua maggioranza di esprimersi sull’intesa. I consiglieri critici sarebbero almeno 8. due sono andati via dalla riunione. Si tratta di Alessandra Agnello, Agnese Catini e Alisia Mariani, che hanno votato esplicitamente contro. Teresa Zotta e Gemma Guerrini hanno lasciato il Campidoglio per evitare di esprimersi, in polemica con la proposta. Cristina Grancio si è astenuta e ha scritto un lungo post su Facebook per rivendicare il diritto di critica alla linea della maggioranza.

I CONTI SONO PRESTO FATTI. Il M5S ha la maggioranza monocolore, composta da consiglieri eletti in una sola lista, più ampia della storia di Roma Capitale: 29 consiglieri. Solo che per arrivare alla maggioranza in assemblea capitolina bisogno arrivare a quota 25. Rimanendo così le cose, significa che la sindaca Raggi – per fare la nuova delibera su Tor di Valle – potrebbe trovarsi ad aver bisogno dei voti delle opposizioni, in particolare del Pd. Che ha già fatto sapere che il suo consenso non è affatto scontato, anche a causa della diminuzione delle opere pubbliche di compensazione prevista nell’accordo.

Ci saranno dunque problemi di tenuta della maggioranza? «Assolutamente no», dice il capogruppo capitolino del M5S Paolo Ferrara. «Alcuni di noi inizialmente la pensavano diversamente – ha aggiunto Ferrara – poi avendo studiato e approfondito ci siamo resi conto della bontà di questo progetto». Quanto alle dichiarazioni dell’ex sindaco Ignazio Marino, secondo il quale il progetto attuale è peggiore di quello approvato durante il suo mandato perché appunto esonera i costruttori dall’investimento in lavori per la collettività, Ferrara sostiene che l’ex sindaco «ha parlato senza sapere. Un conto è il contributo al costruttore per le opere e un conto sono le opere pubbliche. Prima bisogna vedere il progetto».

Oggi pomeriggio pezzi del M5S romano si incontrano per discutere dell’area dei mercati generali di via Ostiense, ci saranno molti degli attivisti sono stati messi in difficoltà dalla linea a favore dello stadio.

ANCHE LE OPPOSIZIONI si fanno sentire. La destra di Fratelli d’Italia chiede una discussione pubblica, in aula, visto che «per ora le riunioni del M5S che hanno portato all’accordo si sono tenute in segrete stanze, altro che streaming». Da regolamento, il presidente del consiglio Marcello De Vito ha 20 giorni di tempo per convocare l’Aula. La conferenza dei capigruppo ha già fissato il calendario delle prossime convocazioni. L’assemblea capitolina si riunirà oggi, all’ordine del giorno altre mozioni, e poi giovedì e venerdì, quando sono in programma due consigli straordinari su altri temi. Venerdì 3 marzo è in programma la riunione della conferenza dei servizi in Regione: si tratta del prossimo passaggio verso l’ok al progetto a Tor di Valle, soprintendenza permettendo.

STEFANO FASSINA, consigliere capitolino di Sinistra per Roma, ha riunito urbanisti critici e ambientalisti alla Sala del Carroccio del Campidoglio, per un incontro dal titolo «La politica urbanistica come bene comune». C’erano, tra gli altri, alcuni dei firmatari dell’appello in sostegno all’ex assessore Paolo Berdini, come Vezio De Lucia. E Vittorio Emiliani ha inviato una lettera spiegando la propria avversione alla grande opera. Stefano Fassina contesta alla radice il progetto dello stadio: «È sbagliata la localizzazione. L’unica razionalità è che ci sono terreni che appartengono a Parnasi. È vero che si affronta il rischio idrogeologico con opere infrastrutturali ma queste opere infrastrutturali vengono compensate da cubature. Non andava bene prima, con Marino. Continua a non andare bene ora».