Montefalcone nel Sannio è un piccolo Comune in provincia di Campobasso. E’ il primo ente locale ad aver approvato la delibera proposta dalla campagna per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti. Nei prossimi giorni altri 36 piccoli Comuni della zona faranno altrettanto, innescando un meccanismo virtuoso che speriamo si diffonda presto presso tutti gli enti locali del paese.
Non sfugge a nessuno come sia proprio sul terreno dei Comuni che si giocherà nei prossimi mesi uno degli scontri più importanti fra un modello neoliberale teso all’autoriproduzione di se stesso e volto alla privatizzazione di ogni bene pubblico e la possibilità di mettere in campo un altro modello sociale, basato sulla riappropriazione dei beni comuni e della democrazia, a partire da quella di prossimità.
I Comuni dispongono della gran parte del «tesoretto» su cui i grandi capitali finanziari tenteranno di mettere le mani, sia esso rappresentato dal territorio, dal patrimonio pubblico e demaniale o dai servizi pubblici locali. Sapientemente strangolati da un patto di stabilità che, dopo aver loro sottratto occupazione e capacità di investimento, oggi gli enti locali vedono intaccata le stessa possibilità di funzionamento ordinario, fino a metterne in discussione ruolo e funzione pubblica.
Trappola del debito, spendine review, drastico taglio dei trasferimenti sono diversi nomi per un unico obiettivo : cancellare dalla cartina gli enti locali, come luogo della democrazia territoriale e come ente in diretto contatto con le comunità locali di riferimento.
La svendita di tutto ciò che appartiene alle comunità locali trova un importante alleato in Cassa Depositi e Prestiti che, da quando è stata trasformata in società per azioni con l’ingresso delle fondazioni bancarie, ha rivolto l’utilizzo dell’enorme massa di denaro proveniente dal risparmio postale – oltre 240 miliardi di euro- ad un unico obiettivo : la spoliazione dei beni comuni. Per questo troviamo Cdp dietro i finanziamenti di molte delle grandi opere che devastano il territorio; per questo assistiamo a Cdp che si propone come partner ideale dei Comuni nella svendita del patrimonio pubblico e per favorire le fusioni tra le grandi mutiutility dei servizi pubblici locali. Ma è venuto il momento di invertire la rotta e di chiedere agli enti locali di schierarsi una volta per tutte, non accettando più di essere gli ultimi terminali delle politiche monetariste europee e nazionali e scegliendo di divenire i primi rappresentanti di un territorio e delle popolazioni che lo abitano.
A questo scopo, la campagna per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti ha preparato una delibera da sottoporre a tutti i Consigli Comunali del paese: un testo (http://www.perunanuovafinanzapubblica.it/materiali-campagna-per-la-socializzazione-di-cassa-depositi-e-prestiti/) che, affrontando il ruolo richiesto agli enti locali di fronte ad una crisi sempre più drammatica, chiede espressamente quattro cose : a) una forte opposizione a tutti i processi di privatizzazione in corso nell’ambito dei servizi pubblici locali; b) la realizzazione dell’esito referendario del giugno 2011 sulla riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni; c) una drastica revisione del patto di stabilità, escludendo dallo stesso tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione di servizi essenziali per le comunità relativi ai beni comuni e al welfare locale; d) la trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in ente di diritto pubblico volto al sostegno a tassi calmierati degli investimenti degli enti locali.
Un piccolo Comune ha attraversato il guado: è una goccia, senza la quale nessun mare diventa possibile.

* Attac Italia